Pipponzi: escalation di femminicidi impone attenta riflessione

"La spaventosa ed inarrestabile escalation di femminicidi che da ultimo ha interessato la povera Sara, impone una attenta riflessione.
Salgono, così, a 55 le vittime di femminicidio del 2016 in Italia e 1.740 negli ultimi 10 anni.
Il 40% dei casi ha un movente passionale. Non basta semplicemente un restyling della legislazione italiana a debellare il fenomeno, giacché il primo passo verso la tutela consiste nel fare emergere le condotte persecutorie. Tantissime donne sono uccise o violate perché ci sono persone che non sanno accettare un No, perché impongono alle donne un ruolo di genere, complice una bieca omertà, spesso tra le stesse mura domestiche". Lo dichiara Ivana Enrica Pipponzi, Consigliera regionale di Parità designata.
"Troppo spesso – prosegue –  la paura produce l'immobilismo della parola, tanto in chi subisce la violenza che in chi la osserva o la percepisce. Da qui la necessità di (ri)educare alla cittadinanza attiva e solidale che impone a ciascuno il dovere di attivarsi per segnalare e contrastare ogni forma di violenza.
La via maestra da seguire e' la (ri)educazione alla cultura del rispetto dei generi, il cui più vistoso limite intrinseco è dato da una ancora persistente dicotomia sessista che non solo esaspera il rapporto già tensionistico uomo/donna, ma erige barricate insormontabili foriere di nuova e spropositata violenza.
La piena attuazione al rispetto dei generi non può prescindere dalla cultura del rispetto "tra" i generi.
L'auspicio e l'impegno di tutti ma, in speciale modo, di ciascuna di noi deve essere quello di saper guardare, ascoltare, e raccogliere il dolore delle donne vittime di violenza, cercando di infrangere il muro di gomma del silenzio.
Non è da visionarie – conclude Pipponzi –   immaginare la costruzione di una rete di donne che custodiscano le altre donne, custodendo, così, anche se stesse, senza "inciampare" in rovinosi stereotipi che vedono la donna quale essere debole".

Bas 05

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