"Viviamo un'epoca in cui è egemone la propaganda. Difficile districarsi e orientarsi finanche sul verosimile. Figurarsi sul vero. Ricordate l'Aquila? La sua ricostruzione in 90 giorni? Tutti o quasi percepivano la fandonia e la propaganda del regime berlusconiano. Ma era difficile "bucare" quel muro, pena l'essere percepiti come gufi e rosiconi. Responsabili dello sfascio, incapaci di immaginare un Paese che sia rialza e riparte senza lacci e lacciuoli. Berlusconi che consegnava le chiavi e le case sono state il racconto che si reificava. Dopo sette anni, sappiamo che era tutta una bugia, una farsa: propaganda del più becero populismo di governo. Ma quel racconto è "passato" nell'immaginario collettivo come reale. Con l'impotenza degli oppositori". Lo dichiara in una nota Maria Murante, coordinatrice regionale Sel Basilicata.
"È così – prosegue – che funzionano i populismi (di governo e di opposizione). Oggi nessuno si sognerebbe di contestare a Renzi, che inaugura la quotazione in borsa del titolo Ferrari con Marchionne, come solo pochi mesi fa, in un'epoca della narrazione rottamatrice, si schierasse contro di lui e con gli operai della FIAT. Nel frattempo, la legge Fornero e il Jobs Act sono passati sulla pelle delle persone senza colpo ferire e con il consenso del premier. Ma in questo nuovo racconto va tutto bene. L'occupazione è stabile. L'Aquila è ricostruita. Il Paese si rialza e riparte, con buona pace di gufi e rosiconi. Così funziona il populismo.
La kermesse del 31 dicembre a Matera non ha sancito il fallimento del Sud e delle chance che la capitale della cultura offre per il riscatto del Mezzogiorno. Su questo tema alcuni quotidiani nazionali hanno intrapreso una crociata che non condividiamo. Tuttavia, Matera e la Basilicata tutta meritano molto di più della propaganda e della narrazione del tuttappostismo, di matrice renziana e pittelliana.
I 490 mila euro impegnati per lo spettacolo nazional popolare più 130 mila euro per l'ospitalità, che nulla ha offerto in chiave di innovazione e cultura, sono uno schiaffo alla miseria, al buon gusto e al buon senso.
Nel mondo all'incontrario, “vince” il senso comune regressivo e la guerra tra i poveri sui 35 euro dati ai migranti invece che ai disoccupati.
Nel mondo reale, crediamo scandaloso che si impegnino soltanto 3 milioni sul reddito minimo di inserimento rischiando di lasciare a casa più di due terzi di coloro che hanno presentato domanda, copes e ammortizzati in deroga compresi. Circa ottomila, una enormità in una regione dai piccoli numeri.
Nel mondo all'incontrario, della propaganda, vince “Alice nel paese delle meraviglie” e il suo melting pot di petrolieri, nani e ballerine.
Nel mondo reale, gli asini non volano e – ci si consenta – neppure il “latte d'asina”, né funziona “la filiera corta” degli amici degli amici. In questo mondo – quello di sotto – è scandaloso sul piano politico che si sia immaginato di poter utilizzare la “politica del dissesto” come pratica di controllo del territorio e di gestione delle filiere.
Non cederemo mai al populismo, ma le centinaia di migliaia di euro spesi in futilità e in propaganda sono una offesa alla realtà e alla povertà della nostra regione.
I gufi non tollerano più le bugie del Bianconiglio. Non c'è margine di alleanza con chi fa uso e abuso della menzogna propagandistica. Con chi vince sempre. Con De Ruggieri a Matera e con De Luca a Potenza".
BAS 05