"Non so cosa sia un workshop, ma so che Eni e associati ci stanno prendendo per i fondelli. Altro che “bellezza ritrovata”, a Viggiano è andata in scena l’ennesima puntata di una storia ultraventennale". Lo dichiara Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani. "L’unica cosa ritrovata, anzi ripetuta all’infinito, che si ripete e si trascina all’infinito, è il tentativo di negare l’impatto ambientale che le attività di estrazione idrocarburi esercitano sul nostro territorio.
Quando parlo di bellezza – prosegue Bolognetti – di solito penso alla Venere di Milo, a Caravaggio, a un quadro di Mirò o di Van Gogh, alla Cappella Sistina o al Bernini, non ad uno stabilimento a rischio incidente rilevante, posto a pochi metri da un invaso di importanza strategica e di centri abitati.
Quando penso a qualcosa di bello non penso al Centro Olio Val d’Agri, ma alle Dolomiti lucane, ai Sassi di Matera, ai tanti straordinari borghi lucani.
Non so cosa sia un workshop, ma non mi lascerò intimorire da un parolone inglese e non mi lascerò incantare dagli specchietti agitati per stupire gli indigeni e abbindolarli.
E se anche Trovato e Cicala, Kipar e Perniola oscurassero il sole, continuerei a dire che un’opera di camuffamento e maquillage non potrà farmi dimenticare il danno quotidianamente inferto alle vere, autentiche e irripetibili bellezze della Val d’Agri.
“Natura e magia edilizia, il freddo humus e il calore del cemento armato”, davvero difficile non abbinare il raduno petrolifero di Viggiano ai contenuti di un comizio di Cettolaqualunque.
Non so cosa riusciranno ad inventarsi in futuro, ma avrei voglia di dargli un suggerimento: trasformate il Cova in una sorta di Mirabilandia con tanto di Montagne russe, scalata dei termo combustori, baia dei pirati e casa matta da collocare nella sede del Dime".
BAS 05