Per il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: “Altamente positiva la decisione di dar vita a una seconda fase del partenariato tra il Bambin Gesù e il San Carlo di Potenza”
Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nel sollecitare la Regione a migliorare il contributo alle famiglie costrette a lunghi spostamenti per raggiungere i Centri di eccellenza, riferisce quanto reso noto dal direttore generale del nosocomio potentino, Rocco Maglietta, il quale comunica: “Dal primo gennaio 2016 comincerà la seconda fase del partenariato tra l'Ospedale pediatrico ‘Bambin Gesù’ di Roma e il San Carlo di Potenza. Questo avrà riflessi positivi su vari settori, a cominciare dal potenziamento dell'attività specialistica ambulatoriale, senza escludere altre aree diagnostico terapeutiche per discipline ad alta complessità pediatrica”.<br /><br />In merito alla decisione, il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza esprime “la sua soddisfazione motivata dalla prospettiva di riuscire a dare risposte in loco alle esigenze di tante famiglie lucane costrette, oggi, ad una costosa migrazione sanitaria verso altri centri italiani, senza però privarsi delle figure principe attorno alle quali si è costruito in questa prima fase. Intanto – continua Giuliano – la Basilicata ha una legge per il sostegno proprio a quelle famiglie costrette ad affrontare spese ingenti per raggiungere centri ad alta specializzazione e a questo riguardo – informa il Garante – mi sono giunte alcune segnalazioni da parte di familiari di disabili costretti a rivolgersi a strutture fuori regione che lamentano l'esiguità del contributo di 3.200 euro all'anno, secondo quanto stabilito dalla recente legge regionale, presentata dal consigliere Gianni Rosa e fatta propria dall'Assemblea”.<br /><br />“Una legge considerata utile e necessaria – sostiene Giuliano – oltre che opportuna, promulgata in un momento di serie difficoltà non solo per i disabili, quanto per i loro familiari. L'intervento in questa delicata materia, infatti, mira ad affiancare gli sforzi ed i sacrifici delle famiglie costrette a costosi spostamenti per raggiungere i centri d'eccellenza che hanno in cura i propri congiunti. Se questa – aggiunge – vuole essere solo la prima fase, una sorta di approccio conoscitivo al problema, ben venga. Altrimenti la legge regionale 25 resta monca se non la si adegua dal punto di vista finanziario. 3.200 euro sono ben poca cosa. Occorre, dunque, modificarla e adeguarla, guardando all'intero complesso dei bisogni che molte famiglie hanno, soprattutto quelle con reddito più basso. Sollecitiamo, inoltre la Giunta – continua il Garante – a pubblicare, anzitutto, le modalità di partecipazione ai bandi per l'applicazione della legge stessa. E ciò in seguito alle pressanti segnalazioni che ci sono fino ad oggi pervenute".<br /><br />“Per ora – conclude Giuliano – la legge 6 agosto 2015 n. 25 dispone, per l'anno in corso, di un budget di 200 mila euro, legato al numero di famiglie che accompagnano i propri figli fuori regione per le cure specialistiche legate a particolari patologie. C'è, pertanto, da augurarsi che l'intera dotazione finanziaria sia rivista e adeguata ai reali bisogni”.<br />