“Il maltempo in Basilicata con nevicate e gelo notturno sta contribuendo a mettere in ginocchio i redditi agricoli”.
Lo comunica la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata evidenziando che “particolarmente a rischio sono le coltivazioni ortive in campo aperto: spinaci, cicorie, cavoli, insalate, broccoli, verze, finocchi e carciofi sono i prodotti più minacciati con il concreto pericolo di congelamento e blocco della crescita”.
Giovedì scorso il Ministro per le Risorse Agricole Mario Catania ha avviato le procedure per adottare lo stato di calamità per il maltempo per alcune regioni dove l'agricoltura ha subito danni e consentire l'accesso al Fondo di solidarietà nazionale. Sinora tra le aree individuate non ci sono le province lucane. Di qui l’attività degli uffici territoriali e comunali confederali che stanno raccogliendo le segnalazioni dei titolari di aziende agricole per monitorare “la situazione nelle nostre aree agricole che cambia di ora in ora secondo le condizioni meteo”.
“Neve e gelo – si legge nella nota della Cia – costano caro al settore primario: aumentano le spese per il riscaldamento di serre e stalle; le produzioni orticole in campo aperto vanno in “tilt” con il pericolo di congelamento e blocco della crescita e, al di sotto dei -2° di temperatura media giornaliera, cala fino al 20 per cento la resa produttiva degli animali da latte. Ma a spaventare il comparto è anche il “caos viabilità”, che rallenta la logistica e i trasporti legati all’attività aziendale, quindi la distribuzione dei prodotti, soprattutto quelli freschi, e l’approvvigionamento di mangimi e concimi. E con i primi rallentamenti e blocchi della rete stradale (compresa la A3 Sa-Rc e la viabilità interregionale) torna l’incubo di una paralisi della circolazione, che avrebbe effetti diretti sulle campagne, visto che in Italia 9 prodotti agroalimentari su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola. Inoltre il gelo artico sta già facendo lievitare la voce “energia”. Il riscaldamento costante di serre e stalle significa un ulteriore aggravio sui costi produttivi compreso tra il 5 e il 10 per cento. Una stangata vera e propria -osserva la Cia- tanto più che il prezzo del gasolio agricolo è praticamente raddoppiato nel giro dell’ultimo anno”.
bas 08