“I problemi relativi alla strada Fontana 61 a Rionero sono antichi di molte decine di anni, almeno da quando la mano dell’uomo ha colpevolmente ignorato alcune opere strutturali di presidio che consentivano alle acque, provenienti da Nord del Monte Vulture, la naturale defluenza verso la fiumara di Atella, dopo aver superato l’attraversamento sulla 167 per Monticchio per incanalarsi, dopo Via di Mezzo, verso la Fontana 61. Per secoli è andata bene, con le acque che sono defluite a valle, negli alvei scavati dalla natura e custoditi gelosamente dall’uomo saggio e previdente. Oggi quelle acque, dopo ogni pioggia abbondante, diventano una rapida tumultuosa e travolgente che trascina con se tutto ciò che trova sul suo percorso: argini, rifiuti, rifiuti speciali, detriti, terreni e paratie, tracimando ed esondando con una furia tale che ogni rimedio non strutturale diventa addirittura un moltiplicatore di potenza nella sua discesa violenta”. E’ quanto dichiara in una nota Gaetano Cantisani, dirigente regionale Idv. “Le nuove attività nell’area hanno gradualmente modificato la struttura naturale e vocativa dell’area. Oggi le piene dei fossi chiusi fanno ovviamente paura a chi ha pensato di investire in quell’area. Nonostante, dopo l’alluvione del 1996, fosse stata posta una “pezza” col rifacimento di molte opere(attraversamento di Via di Mezzo e Fontana 61), che, sebbene realizzate scrupolosamente, non furono in grado di risolvere il problema perché non si intervenne sulle opere strutturali di Presidio, quelle capaci di contenere la furia della acque in discesa libera. La questione va affrontata. Le opere strutturali di presidio vanno realizzate prioritariamente, al di là delle beghe sulle prescrizioni emanate e non rispettate nel Bacino Idrominerario che insiste su quell’area”.
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