“E’ con sentimenti di soddisfazione e di ambiziosa speranza che si prende atto di come ci sia sintonia fra lo spirito ed i temi contenuti nel ‘progetto di Comunità’ e l’operato fin qui svolto dall’Intergruppo”
“Responsabilità, concertazione, atto. Tre imperativi che hanno sempre governato le proposte e, dove possibile, le azioni dell’Intergruppo di consultazione in Consiglio regionale. Le virtù messe sul tappeto da una corposa fetta della società civile sono la capacità di programmazione autonoma, risposta collettiva alla chiamata all’azione, approccio integrato alle problematiche economiche e di sviluppo della Basilicata. Quella che un tempo una parte della politica ha trascurato. Quella che talune volte ha scelto di camminare su binari diversi e quella che oggi, utilizzando lo stesso metodo per raccogliere al suo interno le idee e farne mozioni, si muove e interroga la politica. E’ con sentimenti di soddisfazione e di ambiziosa speranza che si prende atto di come ci sia sintonia fra lo spirito ed i temi contenuti nel ‘progetto di Comunità’ e l’operato fin qui svolto dall’Intergruppo”. E’ quanto si legge in una nota dell’Intergruppo consiliare in Consiglio regionale.
“Un esempio per tutti, la mozione presentata più di un anno fa sul Memorandum, nella quale si chiedeva ‘la garanzia della possibile alchemica esistenza dell’attività d’estrazione e della tutela della salute’, attraverso l’uso dei soldi a disposizione per un monitoraggio costante e ‘consolidando sistemi di perequazione atti a salvaguardare i maggiori investimenti che interessano specificatamente i Comuni coinvolti dalle estrazioni, riguardanti – a titolo esemplificativo – lo sviluppo delle attività produttive indotte nella filiera idrocarburi, gli investimenti finalizzati al riequilibrio ambientale, le opere infrastrutturali rese necessarie dal maggiore impatto ambientale e dagli effetti delle medesime attività estrattive’, ‘uno speciale e straordinario sostegno aggiuntivo alle misure di prevenzione e tutela dell’ambiente e del territorio allo sviluppo del sistema industriale locale in settori strategici della cosiddetta economia verde, alla ricerca industriale, al miglioramento della rete infrastrutturale e della mobilità, al sistema formativo’, utilizzare ‘l’aliquota relativa ai giacimenti petroliferi della Basilicata devoluta alla Regione ai sensi della legge 11 gennaio 1957, n.6, per lo sviluppo di attività economiche e per l’incremento industriale nell’intero territorio della Regione Basilicata”.
“E’ storia ‘Obiettivo Basilicata 2012’ – continua la nota – un Patto di Sistema nato dalla concertazione con Confindustria, sindacati e Regione. Un pacchetto d’iniziative concrete legate al lavoro, al credito d’imposta e ad altre misure. Un’esperienza di gioco di squadra che va certamente replicata, perché si è dimostrato valido sicuramente sotto lo schema del metodo. Un fronte finalmente davvero comune nel rintracciare ed applicare le soluzioni più adatte alla fisionomia sociale, economica e di sviluppo della Basilicata. Territorio importante del Mezzogiorno, componente attiva del sistema Italia non fosse altro per il contributo energetico che questa dà, aspirante a sentirsi a pieno titolo europea”.
“Un protocollo che si auspica – si legge ancora nella nota – diventi standard di lavoro da applicare a tutte le questioni che toccano più fasce sociali e più settori produttivi e di rappresentanza contemporaneamente. Nell’era dell’integrazione, è impossibile immaginare processi politici e di crescita che non abbiano alle spalle un approccio polidisciplinare. Nel momento di più alta necessità di coesione, non si può commettere lo stesso grave errore che 150 anni fa spezzò in due l’Italia. E’ necessario garantire uguali possibilità di sviluppo a tutti i territori che fanno la Basilicata, possibilmente nel rispetto e con l’obiettivo dell’esaltazione delle diverse peculiarità. E’ indispensabile mantenere ardente la fiamma dell’unità e della condivisione, soprattutto oggi che la massa critica compatta aumenta”.
“In definitiva – conclude la nota – un abbandono delle rispettive barricate per portare a Roma un’unica forte voce lucana che chiede rispetto e adeguata considerazione. Come a Scanzano così oggi, l’orgoglio lucano va riproposto in sede nazionale per tutelare gli interessi della Basilicata. In Consiglio regionale questa richiesta è già pervenuta da chi scrive al Presidente, De Filippo”.