In un articolo il consigliere regionale del Pdl torna sulla decisione assunta dal Consiglio regionale all’unanimità di impedire nuove ricerche petrolifere in Basilicata
“‘E la bocca sollevò dal fiero pasto’. La famosa frase dantesca, riferita al Conte Ugolino, mai come oggi è di forte attualità nel contesto politico lucano. Ampio risalto, giustamente, è stato attribuito alla iniziativa della Giunta di presentare in Consiglio regionale, in fase di assestamento di bilancio, due articoli, approvati all'unanimità, che, di fatto, pongono un blocco, non sappiamo se definitivo, ad ogni nuova ricerca petrolifera in Basilicata. Dopo che per anni il centro sinistra lucano ha fatto enormi guadagni politici, a partire dal 1998 epoca dei primi accordi con le compagnie petrolifere e riaggiornati proprio dall'attuale presidente, riuscendo in buona parte a calmare gli insaziabili appetiti del sistema servo – clientelare, improvvisamente, con un mero atto amministrativo qual è l'assestamento, De Filippo solleva la bocca dal fiero pasto. Perché? Cosa, in verità, si nasconde dietro una tale decisione epocale? Strumentalizzazione pre-elettorale, presa di coscienza di politiche sbagliate, recupero di una coscienza ambientale, rimorso per i tanti ammalati di tumore?”.
E’ quanto afferma, in un articolo inviato oggi ai media locali, il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia, per il quale sono “tanti gli interrogativi ai quali De Filippo deve dare una risposta chiara ed inequivocabile insieme a tutto l'apparato del Partito Democratico, unici responsabili del fallimento della politiche energetiche lucane. Devono far comprendere ai lucani, avendo il coraggio di assumersi le responsabilità anche in prima persona, le motivazioni alla base del mancato controllo nelle politiche ambientali e di tutela della salute pubblica. I pesci del Pertusillo non muoiono perché affetti da manie suicide. La crescita esponenziale della incidenza dei tumori in Basilicata deve pur trovare una spiegazione e non scontrarsi con il preoccupante silenzio dell'assessore Martorano che persevera nel suo disarmante fatalismo e lapalissiana incompetenza. Devono spiegarci perché in Basilicata, a differenza di tutto il resto del mondo, il petrolio non è stato utilizzato per sostenere la produzione”.
“Ben venga una pausa di riflessione – conclude Venezia -, ma De Filippo non è il novello Masaniello, una nuova Scanzano non è riproponibile per i loschi giochi del potere, De Filippo non è la giovane e pudica fanciulla né tantomeno può essere il neo San Paolo convertito a Damasco. Oramai i giochetti del Pd li conosciamo bene e, certamente, non ci facciamo incantare, come parte della minoranza, da chi stando al governo vuole fare, a parole e solo a parole, opposizione addirittura a se stessa. Basta con questo rivoltante spettacolo tragicomico. De Filippo, se vuole essere credibile e liberarsi la coscienza, deve avere il coraggio di aprire i tanti armadi lucani e mostrare alla Basilicata il lerciume che il centro sinistra ha prodotto, nasconde ed accumula da troppo tempo”.