Il consigliere regionale del Popolo della libertà ha incontrato la stampa sul tema inerente le modalità con cui “opera il sistema Basilicata” ivi compreso l’Osservatorio per l’Ambiente e la Legalità. Presenti i consiglieri Pici e Venezia
“L’Osservatorio Ambiente e Legalità della Regione Basilicata – ha ricordato il consigliere Rosa – inizia la sua attività 14 anni fa, infatti la prima delibera di istituzione risale al 1996. La Regione – ha continuato il consigliere – pensò di accettare la proposta di Legambiente negli anni in cui il termine ecomafia non era ancora così comune per avere uno strumento in più per conoscere e contrastare i fenomeni della illegalità ambientale”.
“ Il punto è – ha sottolineato il consigliere – che di questo Osservatorio non si hanno tracce, se non attraverso provvedimenti regionali che lo hanno finanziato per attività del tutto virtuali e, comunque, senza costrutto. Si parla del ‘sistema Basilicata’ per il semplice motivo che interessa tutti i contesti della società, ivi compreso l’ambiente, laddove evidentemente non si è seguito il buon proposito con il quale fu istituito l’Osservatorio del quale non si ha praticamente notizia, neanche sul sito internet. Solo pagine bianche, nonostante sia diventato ‘una appendice’ della Regione Basilicata con a capo Pietro Fedeli, il coordinatore del forum regionale ambiente del Pd. Eppure – ha continuato Rosa – la convenzione con l’organismo è stata puntualmente rinnovata fino a giungere ai 111.000 euro del 2012. Ma il dettaglio delle spese sostenute si ferma a 60.000 euro giustificati con spese del tutto aleatorie ‘giustificate’ da rimborsi e altre voci di quotidiana amministrazione. E’ dunque chiaro – ha detto Rosa – che la mission dell’Osservatorio è cambiata nel corso degli anni, dando solo sfogo alla clientela dei governanti la Regione Basilicata. Un esempio eclatante, quindi, di sperpero del danaro pubblico, quando l’Osservatorio avrebbe dovuto occuparsi e, darne notizia, delle tante emergenze ambientali vissute in Basilicata, vedi Fenice, area industriale di Tito. Pertusillo”.
Il consigliere del Pdl è poi passato alle problematiche concernenti il “progetto Redus” sulla sostenibilità ambientale. “Un progetto – ha sostenuto – approvato con delibera di Giunta regionale del 2010 con 800.000 euro di finanziamento ai quali si sono aggiunti altri 400.000 nel 2012. C’è da chiedersi – a suo parere – chi sono i beneficiari di tale progetto. La risposta – ha detto Rosa – vede, in primis, le associazioni ambientali vicine ‘alla politica’, con programmi a dir poco fantasiosi come quello denominato ‘La mia città vista da un finestrino’. La politica, dunque, nella nostra regione – ha concluso il consigliere del Pdl – condiziona pesantemente anche il mondo ambientalista e l’assessore regionale, Vilma Mazzocco, deve dirci come intende andare avanti, vale a dire se continuare a tenere e finanziare un organismo inerme quale è, allo stato attuale, l’Osservatorio, oppure, come appare giusto e sapiente ‘tagliare’ un qualcosa di inutile”.
Per il consigliere Pici “quella del Pdl non è una denuncia fatta in modo vago, ma giustificata dallo sperpero finanziario perpetrato in questi anni dai governi regionali di centrosinistra ed è, quindi, giunto, anche in virtù della congiuntura economica che stiamo attraversando, il momento di fare delle scelte chiare senza più alimentare quello che è divenuto un vero e proprio ‘sistema Basilicata’ nel senso di gestione del potere per se stesso".
Intervenuto anche il consigliere Venezia secondo il quale “in regione continuano a registrarsi grandi criticità a cui i responsabili politici non danno risposta alcuna, nonostante il grande flusso di finanziamenti europei. L’obiettivo del Pdl è quello del controllo sull’operato del Governo regionale e, quello di oggi, è stato uno degli incontri nei quali si cercherà di far luce sulle incongruenze politiche ed amministrative”.