“L'abrogazione dell'articolo 4 del decreto legge 138/2011, decisa dalla Corte Costituzionale con la sentenza 199 del 20 luglio scorso, azzera tutta la più recente disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in quanto riproduttiva delle disposizioni abrogate con il referendum del 2011 che riguardava, di fatto, tutto il settore dei Servizi Pubblici Locali, in cui la disciplina comunitaria torna ad essere il punto di riferimento delle politiche e delle scelte a cui gli enti locali e territoriali dovranno attenersi”. E’ quanto si legge in un comunicato della Fp Cgil Potenza a firma del segretario Michele Sannazzaro. “La piena autonomia restituita agli enti, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, nella scelta sui modi di gestire i servizi pubblici locali e le altre attività di rilevanza economica, dovrebbe indurre il Comune di Potenza ad una riflessione più generale su futuro dell’Acta anche in vista di quelle che saranno le conseguenze previste dal decreto legge 95/2012 sulla spending review. La riduzione del 20 per cento dei costi rappresenta un impegno che non può non destare preoccupazione considerato che, allo stato attuale gli unici costi comprimibili all’Acta sono quelli relativi al mantenimento dell’attuale forma giuridica di società per azioni, ossia quei costi diretti e di funzionamento degli organi direttivi e di controllo (Consiglio di Amministrazione, Presidente, Collegio dei Sindaci Revisori); il solo passaggio, per le scelte fatte, da azienda speciale a SPA, ha comportato un incremento di costi pari a € 150.000,00 all’anno. Se togliamo gli oneri finanziari che sostiene l’Azienda per la necessità di ricorrere all’istituto della cessione del credito a causa della difficoltà di riscossione, legata tra l’altro ai problemi di liquidità del Comune di Potenza, gli altri costi sono strettamente riferibili al personale e ai costi di mantenimento ed erogazione dei servizi. Come Fp Cgil da tempo avevamo chiesto alla politica di aprire una discussione seria sulla riorganizzazione del servizio di igiene ambientale che portasse anche all’internalizzazione dell’Acta. E’ necessario, quindi, decidere quale futuro dare all’Acta e quali strategie mettere in campo per valorizzarla attraverso investimenti che nel tempo possano portare, da un lato, a delle economie e, dall’altro, ad una gestione integrata del ciclo dei rifiuti. Una gestione integrata consentirebbe non solo di garantire quell’equilibrio economico necessario per assicurare un servizio di qualità ad un costo equo per i cittadini, ma renderebbe il servizio stesso più efficace, efficiente ed economico”.
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