Antonio Potenza (segretario Pu) su ospedale Venosa

“L’assenza della politica sta facendo arretrare la sanità in Basilicata più della crisi economica. E la crisi economica sta facendo da alibi per una ingiustificata marcia indietro rispetto ad impegni assunti. C’è una incapacità di fondo nel trovare una linea virtuosa che metta insieme rigore e sviluppo, intervenendo sugli sprechi e facendo quelle riforme che servono a migliorare il sistema sanitario lucano”.
E’ quanto dichiara il segretario regionale dei Popolari Uniti, Antonio Potenza.
“In questa incapacità – cocntinua Potenza – ci si trincera dietro presunti dogmi legislativi, che allontanano soluzioni faticosamente cercate e che avevano portato fiducia e speranza in alcune comunità periferiche. Il caso di Venosa sta diventando eclatante e, paradossalmente sta mettendo insieme chi, in ordine alle soluzioni individuate, aveva visioni ed atteggiamenti contrapposti. Ora c’è una unica posizione ed è di forte critica rispetto ad una politica dello struzzo, che inanella fughe in avanti e precipitose retromarcia, vedi il caso dei tickets, vedi Chiaromonte e via di questo passo. Che l’ospedale di Venosa debba essere visto come ospedale regionale fa parte delle decisioni assunte in sede di consiglio comunale della città oraziana, alla presenza del Governatore De Filippo. Che, per agevolare questi compiti occorreva mantenere alcune strutture e servizi, compreso l’h 24 del pronto soccorso, anche questo era nel pacchetto delle decisioni, oggi rimangiato, dopo aver fatto investimenti che andavano in quella direzione. Come non esprimere solidarietà ad una comunità che si vede presa in giro da decisioni che non si capiscono e che non sono accompagnate da spiegazioni convincenti?. Dove sta la duttilità e la capacità di mediazione del presidente De Filippo, quando si nega alla struttura persino strumenti logistici ed organizzativi come il day hospital ed il day surgery depotenziando di fatto l’unica divisione che attrarre utenza da fuori regione?
E’ evidente – dichiara Potenza – che sulla sanità bisogna riaprire il confronto a tutto campo, al di là del piano sanitario che, giorno dopo giorno, sta diventando una sorta di libro dei sogni, sempre più lontano dalla realtà che si va determinando in una sorta di non governo quotidiano. Bisogna che si parli francamente di che cosa vogliamo che siano le nostre strutture, a cominciare dal San Carlo, in cui l’unica innovazione introdotta è l’incomunicabilità totale con gli operatori sanitari, quasi che la missione sia altro rispetto alla gestione di una azienda sanitaria. Se c’è una situazione di emergenza, questa va vissuta nella ricerca urgente e partecipata delle soluzioni valide per l’intero sistema sanitario regionale, non già smontando pezzo per pezzo le conquiste fatte o facendo finta di non vedere che a determinare l’arretramento sono un mix di assenza di visioni strategiche della politica e gestione burocratica e insipiente di certi presunti manager”.
bas 03

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