Per il consigliere regionale di Italia dei valori “la Regione ha imboccato una strada precisa senza tentennamenti, ripensamenti e pentimenti”
“La tesi del direttore della Regione Europa meridionale-orientale Eni, Giuseppe Tannoia, secondo cui la moratoria sulla ricerca petrolifera in Basilicata blocca l’attività di studio del sottosuolo, è davvero strana da spiegare, perché se la Regione Basilicata avesse bisogno di intensificare l’indagine scientifica su aspetti strutturali del suo suolo non si rivolgerebbe certamente all’Eni”. E’ quanto evidenzia il capogruppo di Idv in Consiglio regionale, Antonio Autilio, sottolineando che “i due ‘no’ a richieste di compagnie petrolifere, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, dimostrano che la Giunta, ottemperando ad una decisione unanime del Consiglio regionale, fa sul serio e, quindi, non si capiscono i motivi di alcune polemiche”.
“C’è poco da interpretare o da fare dietrologia: la Regione – continua Autilio – ha imboccato una strada precisa senza tentennamenti, ripensamenti e pentimenti. Piuttosto se era prevedibile una reazione delle compagnie petrolifere, quella dell’ing. Tannoia dell’Eni mi pare piuttosto debole e confusa. Tenuto conto che il programma di attività dell’Eni in Val d’Agri, come da accordo sottoscritto nel 1998, non è stato mai messo in discussione, sono piuttosto gli impegni assunti dall’Eni per le comunità valligiane e lucane in generale che hanno bisogno di un’attenta verifica. Per l’occupazione, ad esempio, l’ing. Tannoia ci parla del 33 per cento dei lavoratori attualmente impiegati che risiedono in Val d’Agri. Sono gli stessi dati (140 dei 289 occupati diretti, e il 48,60 per cento dei 2.101 occupati indiretti, di cui 32,51 per cento residenti in Val d’Agri e 16,9 per cento residenti invece negli altri comuni lucani) che ho fornito con la mozione in Consiglio per impegnare il Presidente e la Giunta a sollecitare l’Eni, nella persona dell’ a.d. Scaroni, perché nelle nuove assunzioni dirette o dell’indotto, si garantisca una quota consistente di avvio al lavoro di cittadini della Val d’Agri e dell’intera regione, definendo con i sindacati e i Centri per l’Impiego di Villa d’Agri e della regione un protocollo di intesa che individui le forme più opportune per consentire, prioritariamente, l’assunzione di personale della Val d’Agri e gradatamente del resto della regione, per ogni profilo e figura professionali richiesti. Dunque l’Eni non dovrebbe tirarsi indietro dalla firma del protocollo di intesa come da quella, sollecitata dal lontano 2009, del Contratto di Sito per evitare il rischio, che si sta rimaterializzando in questi giorni, di aziende che perdono commesse dall’Eni e licenziano i dipendenti”.
“Si tratta inoltre di riprendere la concertazione Regione-Eni-parti sociali (sindacati ed imprese) – dice Autilio – per capire tempi e modalità di nuove assunzioni che secondo il dirigente Eni ammonterebbero, come ricaduta occupazionale dell’intera filiera petrolifera, in media a 1000 posti di lavoro l’anno per dieci anni. E sempre raccogliendo la nuova disponibilità dell’ing. Tannoia – continua il capogruppo di IdV – sarebbe utile qualche informazione in più sullo stato di attuazione del Progetto di Monitoraggio Ambientale. E siamo ancora in attesa – conclude – di qualche reazione del Governo specie dopo l’approvazione definitiva in Parlamento del decreto legge sviluppo che ci penalizza non poco, come ho denunciato nei giorni scorsi, per quel misero 10 per cento di percentuale di vendita di idrocarburi alle compagnie e per la ‘liberalizzazione’ delle attività di ricerca”.