Consorzi di Bonifica, il chiarimento di Mollica

Il capogruppo dell’Mpa spiega che “ciò che è successo in Aula sui Consorzi di Bonifica, va al di là del merito se i Comuni devono rimanere bloccati con gli attuali assetti o rieletti attraverso elezioni democratiche”

“Quando un argomento viene inserito nell’ordine del giorno non è di esclusiva competenza di chi lo ha proposto bensì l’argomento diventa pubblico”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Mpa, Francesco Mollica spiegando che “quello che è successo in Consiglio regionale sui Consorzi di Bonifica, va al di là del merito (sul quale vi sarebbe comunque da discutere) se i Comuni devono rimanere bloccati con gli attuali assetti, già scaduti da tre anni e fino ad oggi non modificati, o rieletti secondo quanto previsto dalla L.R. 33 sugli stessi Consorzi di Bonifica, attraverso elezioni democratiche per effetto di una riforma più volte palesata e mai discussa”.

“Il danno che sta producendo, anche sotto l’aspetto economico, la gestione di detti Consorzi, che più volte è stata ripresa anche dal collega Pagliuca – aggiunge Mollica – non trova fondamento sulla sua richiesta di blocco e quindi permanenza degli attuali assetti ad oltranza. Quando in Consiglio regionale qualcuno chiede la parola per esprimere il proprio pensiero sull’argomento e non gli viene data, adducendo motivazioni del tipo ‘il punto è stato ritirato’, non dà il vero senso della democrazia adamantina che viene citata dal collega Pagliuca. Del resto, la dichiarazione del presidente della Giunta regionale De Filippo non sembra confermare quanto affermato da Pagliuca sul blocco degli assetti attuali, anche perché se dovesse il Consiglio continuare a non discutere sulla riforma della governance degli enti in agricoltura, che ricordo essere stata presentata già da più di un anno dall’Intergruppo a firma di Falotico, Mollica e Navazio e che potrebbe rimanere ferma ancora per tanto altro tempo, permarrebbero, così come da richiesta, gli attuali assetti ormai scaduti da troppo tempo. A qualcuno – conclude il consigliere – verrebbe da chiedere ‘cui prodest’ tutto questo?”

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