“Anche Sel è chiamata ad approfondire e a definire, insieme a tutto il centro sinistra ed in stretto rapporto con forze sociali e lavoratori della sanità, proposte di azione concrete per garantire il diritto alla salute”
“Dopo i ripetuti allarmi del Governo Monti sulla tenuta dei conti del Ssn, il 46esimo Rapporto del Censis, nel capitolo dedicato al welfare, evidenzia che il modello assistenziale socio-sanitario continua a coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti i soggetti che esprimono le necessità più complesse a lungo termine. Anche Sel è chiamata, dunque, ad approfondire e a definire, insieme a tutto il centro sinistra ed in stretto rapporto con forze sociali e lavoratori della sanità, proposte di azione concrete per garantire il diritto alla salute”. E' quanto afferma il capogruppo di Sinistra ecologia e libertà in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, ricordando l'iniziativa promossa da Sel sulla rimodulazione dei ticket”.
“Iniziativa – dice Romaniello – che è sempre in attesa di soluzioni del Dipartimento Salute per effetto del ricalcolo delle fasce di reddito sulla base dell'indicatore Irpef e non più Isee. Solo qualche giorno fa i pensionati di Cgil, Cisl e Uil – ricorda – hanno manifestato a Potenza per il rilancio del welfare pubblico, equo e solidale, in grado rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, a partire da quelli in maggiori condizioni di bisogno, con particolare attenzione alle persone anziane, disabili e non autosufficienti; l'approvazione di una legge nazionale per la non autosufficienza; maggiore equità nella distribuzione dei sacrifici, che fino ad oggi sono ricaduti principalmente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati; misure di contrasto agli sprechi, alla mala gestione e ai costi impropri della politica. Proposte che condividiamo e sosteniamo specie per la sanità, tenuto conto che sono soprattutto i pensionati a dover rinunciare a curarsi. La verità dei fatti è che oggi assistiamo a potenti tagli del finanziamento del sistema (27 miliardi in quattro anni, con una perfetta continuità tra Berlusconi -Tremonti e Monti) che riducono concretamente i servizi essenziali ancor prima di mettere mano formalmente ai Lea, i cosiddetti livelli essenziali di assistenza. Tutto ciò mette in secondo piano il fatto che i servizi sanitari debbano produrre (o contribuire a produrre) anche salute (oltre che assistenza ‘risparmiosa’)”.
“Tuttavia – sostiene Romaniello – il sistema ha bisogno di forti innovazioni, anche e soprattutto sul versante della spesa corrente. Illegalità e sprechi sono punti fondamentali sui quali intervenire. Vi è ormai molto materiale che ci indica quali sono le strade di ristrutturazione e risparmio virtuoso della spesa: da un’adeguata messa in rete degli ospedali, al potenziamento della sanità territoriale, acquisti centralizzati per ridurre i costi dei contratti pubblici di fornitura, ecc. Diventa prioritario, inoltre, procedere al totale completamento del processo di accorpamento delle ex Asl (sono state accorpate anche le strutture?), snellendo apparati burocratici, per una più efficace organizzazione dei servizi sul territorio. Un punto di non ritorno: non accettiamo in nessun caso l’idea di mettere in discussione il Servizio sanitario universale e vogliamo affermare una nuova visione del sistema incentrata sul risparmio delle prestazioni inutili a fronte della certezza di quelle utili (appropriate e necessarie) a partire dai Piani Sociali di Zona sino al mantenimento del Programma Copes per il 2013 con i dovuti adeguamenti”.