Fondi comunitari, Uil: in Basilicata spesa ancora lenta

“Sullo stato di attuazione in Basilicata dei programmi di spesa dei fondi comunitari 2007-2013 , specie per i pesanti tagli statali e l’incertezza che continua a caratterizzare la spendibilità (oltre che l’entità) dei finanziamenti del Piano Sud e dei FAS, non si può abbassare la guardia”. A sostenerlo è il segretario generale regionale della Basilicata della Uil Carmine Vaccaro riferendo che dal quarto monitoraggio realizzato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil sullo stato di attuazione dei Fondi Strutturali Europei (FSE-FESR), per l’intero sessennio 2007-2013, aggiornato a dicembre 2010, gli impegni progettuali della Regione Basilicata sono al 24,6 per cento ( circa 264 milioni di euro) ma la spesa effettiva è al 15,9 per cento (170,6 milioni di euro).
In dettaglio la situazione che emerge dal Rapporto UIL è la seguente: per il FESR 2007-2013, a dicembre 2010, gli impegni di spesa ammontano a 188,5 milioni di euro, con una percentuale del 25,1 per cento, mentre i pagamenti raggiungono quota 124 milioni di euro circa, con una percentuale del 16,5 per cento; per il FSE 2007-2013 la percentuale di impegni è del 23,4 per cento (75 milioni di euro) contro il 14,5 per cento dei pagamenti (47 milioni di euro). L’Ufficio nazionale della Uil ha anche monitorato l’andamento della spesa nel quadriennio 2007-2010 con una situazione complessiva dei Fondi Comunitari FERS e FSE insieme pari al 34,5 per cento di impegni e al 22,3 per cento di pagamenti.
“Sono dati che testimoniano la lentezza di spesa e pertanto – commenta Vaccaro – il nostro non può che essere un giudizio deludente, tanto più in presenza di risorse finanziarie che possono giocare un ruolo rilevante e decisivo e che richiedono un monitoraggio costante per conoscere quanto la Regione ha speso realmente o, almeno impegnato con progetti concreti. Tutto ciò anche alla luce del confronto, necessario, per la stessa attuazione del federalismo fiscale.
Preoccupante è, in particolare, l’analisi della spesa anche per le singole tipologie di fondi poiché, mentre il FESR finanzia soprattutto misure volte agli investimenti, e, quindi interventi di medio e lungo periodo, il FSE finanzia la formazione e le politiche attive del lavoro, compresa l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati e non solo, perché, è sempre bene ricordare, che una parte consistente del FSE è stata impegnata per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga.
Quindi, al netto di alcuni ritardi di avvio della programmazione e alla riprogrammazione del fondo in chiave anticrisi, si segnala che nel nostro sistema regionale della formazione e per il lavoro c’è “qualche” crepa a cui occorre rimettere rapidamente riparo. Alla luce di questi dati – afferma il segretario della UIL – è indispensabile e, quanto mai urgente, mettere in moto tutti i processi per assicurare la velocità della spesa concentrando le risorse su pochi e selettivi interventi e con un forte coordinamento con le politiche ordinarie”.
Per il segretario della UIL, inoltre, “grazie a “tecnicismi” e alla revisione, relativamente al 2010, dei regolamenti europei inerenti i meccanismi per evitare i disimpegni automatici delle risorse, il rischio della “restituzione” è stato evitato ma, ovviamente, si pone però, al tempo stesso, il tema della selettività e strategicità degli interventi, della qualità della progettazione, della qualità e velocità della spesa, della concentrazione delle risorse. A tal fine, pur ribadendo la validità complessiva del Quadro Strategico Nazionale, occorre riprogrammare urgentemente lo stesso, in quanto divenuto più fragile a seguito della crisi. In questo contesto è prioritario un forte impegno nazionale a favore dello sviluppo del Mezzogiorno; con una migliore programmazione degli interventi e delle risorse si contribuirebbe in modo significativo a ridurre il divario fra il Sud ed il resto del Paese”.

BAS 05

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