Licenziamenti facili, Autilio: preoccupanti dati Cgia

Per il consigliere regionale dell’Idv “non è ulteriormente rinviabile l’approvazione del Piano Triennale del Lavoro”

“I dati della simulazione della Cgia di Mestre su cosa sarebbe successo in questi ultimi anni di crisi economica se fosse stato in vigore il provvedimento ‘licenziamenti facili’ che il Governo ha intenzione di introdurre nei prossimi mesi, rapportati alla situazione di emergenza lavoro della Basilicata, specie giovanile ed intellettuale, fanno tremare i polsi”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio (Idv), sottolineando che “se, secondo la Cgia, il tasso di disoccupazione nel Paese sarebbe potuto salire all'11,1%, anziché all'8,2% attuale, in Basilicata dove, senza far ricorso ad alcuna operazione di simulazione, è già di oltre 5 punti percentuali superiore alla media nazionale i calcoli della simulazione accrescerebbero l’esercito dei senza lavoro, sino a raggiungere livelli record tra il 16 e il 18%. Dati ancora più allarmanti se calati nella realtà giovanile dove già attualmente l’Istat assegna alla Basilicata una delle percentuali più alte in assoluto di disoccupati tra i 25 e i 34 anni, vicina al 50%. Ai dati di partenza vanno aggiunti quelli dei lavoratori che fanno ricorso alla cassa integrazione che da noi continua a registrare un ‘tiraggio’ piuttosto sostenuto”.

“Lo scenario delineato – continua l’esponente dell’Idv – rafforza la mia convinzione che, in affiancamento alle misure previste dal Patto di Sistema tra Regione – sindacati – Confindustria non è ulteriormente rinviabile l’approvazione del Piano Triennale del Lavoro. Disponiamo già di una buona base, il documento già licenziato dalla Giunta regionale e che, purtroppo, non è stato approvato in Consiglio regionale, sul finire della scorsa legislatura. Da esso si può ripartire, attraverso un aggiornamento che comunque non richiederebbe molto tempo, perché è un importante strumento che risponde agli obiettivi di definire e coordinare le azioni di politica attiva del lavoro, in materia di servizi all’impiego, favorendone l’integrazione e il collegamento con i piani della formazione, istruzione ed orientamento professionale”.

“La strategia, che ritrovo nel Patto di Sistema, il quale senza il Piano pluriennale del lavoro risulta incompleto – precisa Autilio – riguarda le modalità, le indicazioni e le azioni da mettere in campo per combattere la crisi attraverso il rafforzamento di misure di inclusione sociale e l’immediata attivazione di misure finalizzate a mantenere i livelli occupazionali esistenti e ridurre l’impatto dei processi di espulsione dal mercato del lavoro; per sostenere lo sviluppo e la competitività del sistema socio-economico regionale, attraverso azioni dirette all’incremento dell’occupazione, alle pari opportunità, all’autoimpiego ed all’autoimprenditorialità, allo sviluppo di aree e filiere produttive, alla creazione di nuovi posti di lavoro ed alla loro qualificazione e stabilizzazione; per qualificare e rafforzare il sistema regionale dell’offerta di istruzione e formazione; per strutturare e qualificare la governance delle politiche del lavoro e ella formazione, favorendo l’integrazione tra gli attori coinvolti”.

“C’è un’esigenza prioritaria da affermare – continua il consigliere di Idv – se vogliamo stoppare la tendenza allo spreco dei giovani talenti che torna ad essere argomento centrale dell’agenda politica regionale: è necessario promuovere e sostenere i progetti industriali e i nuovi investimenti rivolti all’occupazione delle competenze specialistiche e professionali acquisite dai nostri giovani laureati, diplomati e con qualifiche professionali. Sarebbe un paradosso, di cui non mancano, purtroppo, segnali nel settore delle attività petrolifere, trovarci di fronte ad attività con nuovi posti di lavoro che non tengano conto dei titoli di studio e delle professionalità acquisite dai giovani disoccupati lucani. La corsa affannosa a formare operai saldatori da impiegare nelle attività della Total nel Sauro è solo la punta dell’iceberg della questione più complessiva che riguarda la formazione dei giovani a partire dalla tendenza della scelta dei licei”.

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