La nuova tecnica di impianto valvolare, effettuata in pochi centri in Italia, viene praticata su quei pazienti che presentano gravi controindicazioni (età avanzata con severe comorbilità) che impediscono il trattamento con la tecnica chirurgica tradizionale in circolazione extracorporea.
Il progetto prevede l'impianto transfemorale o transapicale della valvola aortica in pazienti anziani con valvulopatia degenerativa che non possono essere sottoposti all’intervento tradizionale a cuore aperto in circolazione extracorporea.
Tale tipologia di intervento consente un importante salto di qualità nel trattamento della valvulopatia aortica grave, considerando che circa un terzo dei pazienti con patologia valvolare aortica non viene operato a causa dell'età proibitiva o di patologie concomitanti. Considerato che la popolazione interessata è destinata a crescere negli anni per l'aumento dell'età media delle popolazioni, con queste nuove metodiche chirurgiche si potrà garantire un significativo miglioramento in termini di aspettativa e di qualità della vita, con riduzione delle recidive di scompenso e delle conseguenti ospedalizzazioni, nonché miglioramento dei tempi di riabilitazione rispetto alla cardiochirurgia tradizionale.
Il potenziale impatto di questa nuova metodica chirurgica sulla popolazione lucana e sul sistema sanitario regionale (in Basilicata, ad oggi, sono circa 31.000 gli ultraottantenni di cui 1.300 con una prevalenza di stenosi valvolare aortica severa dei quali il 30% ad alto rischio chirurgico o comorbilità) è rilevante, anche in considerazione delle poche strutture sanitarie che nell'area del Centro – Sud effettuano tale tipologie di intervento, per cui il San Carlo può proporsi come centro attrattivo e regionale ed extra regionale per tale metodica.
Va comunque sottolineato un aspetto importante: la tecnica di impianto transfemorale e transapicale della valvola aortica non deve essere intesa come “sostitutiva” bensì complementare della chirurgia tradizionale e comunque riservata ad un sottogruppo selezionato e particolarmente critico di pazienti. La collaborazione multidisciplinare e la condivisione dei protocolli operativi sono gli elementi imprescindibili del successo procedurale.
Ed è per questo che insieme al progetto “operativo”, l'Azienda ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare per la valutazione dell'appropriatezza della procedura, formato da cardiochirurghi, emodinamisti, cardioanestetisti che dovranno valutare, caso per caso, la tipologia di valvola da impiantare e l'approccio da praticare (transfemorale o transapicale) per l'impianto della stessa.
Il gruppo di lavoro è composto dal dott. Francesco Sisto, direttore del Dipartimento Alta Specialità del Cuore e Grossi Vasi, dal dott. Luigi De Trana, direttore del Dipartimento Emergenza Accettazione, dal prof. Roberto Gaeta, direttore dell'U.O. Di Cardiochirurgia, dal dott. Pasquale Lisanti, direttore dell'U.O. Di Cardiologia Emodinamica, dalla dott.ssa Eugenia Lasorella, direttore f.f. dell'U.O. di Cardioanestesia.
Per l'anno 2010 è previsto l'impianto di almeno 6 valvole aortiche, di cui ad oggi due già impiantate con successo per via transfemorale (una paziente di 83 anni e un paziente di 66 anni con patologie controindicanti la chirurgia tradizional) ed è già in programma il primo impianto con approccio transapicale.
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