Nomine regionali, Rosa su Arpab, Arbea e Alsia

L’esponente del Pdl rimarca “l'assenza di un progetto complessivo di questa Regione” e denuncia che “troppo spesso le azioni sono piegate esclusivamente a logiche clientelari e elettorali”

“Dopo la concordata defezione della maggioranza che, nella scorsa seduta del Consiglio regionale, ha fatto volutamente saltare le nomine per evitare l'apertura di tavoli di confronto su temi caldi come l'Arbea o l'Arpab, il testimone passa alle due più alte cariche lucane”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Gianni Rosa (Pdl), il quale ricorda che “lunedì 25 ottobre i presidenti di Giunta e Consiglio dovranno comunicare le designazioni dei rappresentanti legali e di altre cariche di enti subregionali ciascuno in base alle rispettive competenze”.

“Che non vi fossero accordi su alcune nomine legate a situazioni delicate – aggiunge Rosa – già si sapeva. E' il caso dell'Arpab, ad esempio, dove il dilemma è infuocato sulla riconferma o meno di Vincenzo Sigillito, direttore uscente ricandidatosi alla guida dell'agenzia nonostante il fiume di critiche e l'insofferenza nei suoi confronti da parte di molto del personale dell'ente e di alcune sigle sindacali. Diverso invece il caso dell'Arbea, l'ex organismo pagatore degli aiuti in agricoltura della Basilicata che, giunto a termine della contestatissima gestione di Gabriele Di Mauro, è stato sanzionato dal Ministero con la perdita del riconoscimento e non ha, in questo momento, nessun ruolo e nessuna attività in essere. Dal 16 ottobre infatti l'Arbea ha passato le consegne alla romana Agea e non ha più competenze nei pagamenti agli agricoltori. Insomma la Regione Basilicata, che da anni propaganda il riordino degli enti agricoli e il risparmio delle spese per quelli inutili, finge di ignorare la situazione in cui versa l'Arbea e si avventura nella nomina di una figura definitiva come quella del direttore, anche se l'Agenzia – che costa all'ente territoriale oltre quattro milioni e mezzo di euro – non ha più niente da fare”.

“Situazione grottesca almeno quanto quella dell'Alsia – continua l’esponente del Pdl – commissariata addirittura da quasi quattro anni perché, si dice, priva di una reale utilità. Per questa almeno non è stata messa a bando la nomina del direttore anche se non c'è in Consiglio regionale neppure l'ombra di un disegno di legge di soppressione. In compenso invece l'Alsia ha aumentato la propria dotazione organica e bandito anche alcune procedure per l'assunzione di precari storici”.

A parere di Rosa “l'assenza di un progetto complessivo di questa Regione è dunque evidente e ancor più sfacciato se si osserva che troppo spesso le azioni sono piegate esclusivamente a logiche clientelari e elettorali mentre si arrestano del tutto quando si tratta di operare scelte forti e coraggiose. La legge istitutiva dell'Arbea non prevede affatto che il direttore debba essere nominato con il rito dell'avviso pubblico del presidente del Consiglio regionale. L'articolo 9 della legge regionale numero 15 del 2001 infatti, dopo le modifiche apportate nel 2005 dalla legge n. 14, stabilisce che sia la Giunta a proporre al Consiglio chi debba essere il direttore. La parte della vecchia norma che invece fissava esplicitamente che l'amministratore dovesse essere nominato con le procedure della legge regionale n. 32/2000, ossia con avvisi pubblici sul Bur e presentazione di candidature, è stata cancellata proprio nel 2005”.

“Eppure il 7 settembre il presidente del Consiglio regionale – conclude Rosa – ha inglobato nel proprio avviso pubblico per le nomine di competenza dell'assemblea anche il direttore dell'Arbea. Poco male se, pur a dispetto della legittimità, questo significasse almeno un minimo di garanzia di trasparenza sia delle candidature che del dibattito per la scelta del nominativo. Se non fosse che la maggioranza ha programmato di non scegliere alla luce del sole, di disertare l'assemblea e il dibattito che inevitabilmente avrebbe dovuto aprirsi sul tema dell'Arbea e di rimettere ogni decisione, per quanto irragionevole sia la nomina per i prossimi cinque anni del direttore di un ente inutile, al presidente Folino”.

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