Finanziaria, Mattia: altro “copia e incolla”

Il consigliere regionale del Pdl parla di una “scadenza burocratica con una Basilicata sempre più indietro”

“Le scadenze finanziarie in questa regione continuano a rappresentare scadenze burocratiche che invece di proiettare la Basilicata in avanti la riportano sempre più indietro senza mai farle raggiungere un salto di qualità, la meta dello sviluppo. Non si coglie l’esigenza di una revisione integrata dello sviluppo locale, né vi è il tentativo del superamento delle criticità che sono emerse nei cicli di programmazione che ormai sono all’approdo finale, soprattutto sul versante delle procedure e dell’attivazione degli interventi, garantiti, tutto sommato, da adeguate risorse finanziarie”. E’ quanto ha sostenuto il consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) nell’intervento in Consiglio sulla Finanziaria.

“Un picco di risorse che – ha aggiunto – si eleva ogni anno per l’accumulazione delle somme impegnate che avrebbe dovuto rappresentare lo specchio del benessere e della civiltà ma che, invece, rappresenta la notte dei sogni svaniti per la cruda realtà delle condizioni economiche e sociali che investono la nostra regione, per il disfacimento morale e finanziario di una strategia ancora lontana dagli orizzonti dello sviluppo su cui si abbattono le rovine di un terremoto provocato dalla cattiva gestione degli strumenti di programmazione e di bilancio. Assistiamo a quello che in gergo informatico si chiama ‘copia e incolla’: intere pagine di relazioni e interi capitoli di spesa fotocopia sostenuti dalla stessa volontà politica di spendere pur di spendere senza porsi minimamente l’obiettivo di come e quando verificare i risultati della spesa”.

Secondo Mattia “è innegabile che la crisi che stiamo vivendo è globale ed ha i suoi riflessi non solo nel bilancio dello Stato ma anche e soprattutto nelle manovre regionali i cui effetti sono più dirompenti nelle economie locali dovendo assorbire compiti e funzioni di primaria importanza. Essa affonda le sue radici nel divorzio tra economia reale ed economia virtuale che, innescatasi dall'altra parte dell'Atlantico, ha lasciato in eredità bolle speculative e fallimenti di banche che nemmeno gli Stati sovrani avevano gli strumenti e le possibilità di tenere sotto controllo. La questione è piuttosto un’altra: come fronteggiarla con i mezzi, gli strumenti, le azioni di programmazione di cui disponiamo e soprattutto come spendere tutte le risorse a disposizione, tagliando sprechi e spese improduttive ovunque esse si annidano. E allora chiarito lo scenario internazionale e nazionale, senza sottovalutare le difficoltà che derivano dal decreto ‘salva Italia’, il nodo – ha aggiunto – riguarda strategia, metodo e scelte di spesa dei fondi comunitari, perché questo è il vero problema nel contesto dell’economia regionale.Dopo che il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha annunciato lo sblocco del Patto di stabilità per rilanciare attraverso i fondi comunitari la crescita e l'inclusione sociale del Paese e dopo l’incontro di qualche giorno fa del ministro alle Politiche Agricole, Mario Catania, con gli assessori regionali all’Agricoltura, la corsa contro il tempo per non perdere le risorse dei fondi comunitari ha sicuramente qualche ostacolo in meno. Ma più che atleti campioni ad ostacoli serve cambiare la mentalità di affrontare gli stessi ostacoli ancora in pista e in piedi. Intanto, c’è un intreccio stretto tra il completamento del PO Basilicata 2007-2013 e la Finanziaria regionale. Nelle ultime settimane la Giunta ha approvato disegni di legge che rappresentano altrettanti impegni contenuti nel Patto di Sistema Obiettivo Basilicata 2012 siglato con sindacati ed imprenditori per favorire imprenditoria ed attività produttive, impegni di cui noi non sottovalutiamo l’importanza. Siamo in attesa, però, che le misure del credito di imposta, del capital ventur, del microcredito, sulla competitività, per citare i più rilevanti, si traducano, attraverso i regolamenti, in incentivi, aiuti reali e credito vero per le imprese, senza minimizzare la portata che potrebbe vanificarne gli obiettivi. Anche nei processi di industrializzazione registriamo tanti tentativi di attrarre investimenti e localizzazioni, ne apprezziamo lo sforzo, a cui hanno fatto e fanno seguito altrettanti fallimenti. Ancora, è proprio il comparto della formazione-lavoro quello che registra le maggiori criticità rispetto alle maggiori risorse disponibili: non ci sono mezzi termini per giudicare il fallimento dei programmi che avrebbero dovuto formare, qualificare o riqualificare, specializzare ed accompagnare i giovani al lavoro. Non possiamo, inoltre, condividere l’attuale sistema dei ticket sanitari per la specialistica ambulatoriale che non tengono conto della differenzazione dei redditi e dell’Isee delle famiglie, associandoci alla protesta e alla raccolta delle firme per una sua rimodulazione”.

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