Gd, a fianco dei lavoratori della Daramic

Il segretario dei Giovani Democratici di Basilicata, Felice Tauro, il segretario dei Gd di Tito, Fabio Laurino, e una delegazione dei Gd, saranno presenti domani davanti ai cancelli dell’ex Daramic di Tito Scalo al fianco degli operai che ormai da tre anni aspettano di tornare a lavorare. I lavoratori si chiedono che fine abbiano fatto non solo i soldi per l’incentivo all’esodo e il Tfr, che la Step One (società vincitrice del bando di reindustrializzazione del sito) ha avuto dalla Daramic, secondo un accordo siglato nel 2008 e che pare abbia speso diversamente, ma anche le risorse per la bonifica del sito. Una situazione ormai insostenibile che sta gettando nella disperazione più totale i lavoratori, e in modo particolare quelli che, alla soglia dei 50 anni, si trovano senza lavoro.
“In un momento storico così difficile e delicato-ha dichiarato il segretario regionale Tauro- in cui si sta palesando sempre più l’insostenibilità delle diseguaglianze della nostra società e la voglia di far pagare i costi della competitività al già logorato mondo del lavoro, la politica tutta, ha l’obbligo di dimostrare in maniera più forte e decisa la propria vicinanza nei confronti dei tanti lavoratori che, come nell’ormai noto caso “Daramic”, subiscono l’arroganza di un modo di fare impresa assolutamente non compatibile con una società che voglia dirsi veramente democratica. Noi Giovani Democratici di Basilicata-ha aggiunto- riteniamo che la nostra generazione in particolare, deve farsi promotrice della costruzione di un nuovo modello di società, che tenga sì conto delle ovvie necessità di efficienza dell’impresa nel mondo globale, ma che rafforzi la centralità della persona e che sia ispirata ad un più coerente senso di solidarietà e sostenibilità.”
“E’ un episodio riprovevole – ha commentato Laurino, segretario dei Gd di Tito- e spendere parole per biasimare l’ennesimo scandalo a scapito dei lavoratori mi pare qualcosa di ormai noto. Le vicende degli ultimi giorni rendono indispensabile rimettere al centro del dibattito la dignità dei lavoratori stessi e ripensare ad un nuovo modello territoriale di sviluppo industriale che si basi su un’azione concertata tra tutti gli attori sociali coinvolti. E’ auspicabile un maggiore controllo e una politica di trasparenza, da parte delle istituzione, sui processi di industrializzazione della nostra regione ed i particolar modo dell’area industriale di Tito Scalo”.
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