"Lucani eroici nei 150 anni di Italia unitaria". E' questo il tema di un dibattito a più voci, organizzato nei giorni scorsi dal circolo del Pdl di Bella, per celebrare il 150°anniversario dell'Unità di Italia
alla presenza del portavoce del circolo bellese, Nicola Matone, del Presidente del Centro Studi Storico militare “G. Salinardi”, Rocco Galasso, del capogruppo del Pdl in seno al consiglio regionale, Nicola
Pagliuca e Giuseppe Mariani del Coordinamento Provinciale del Pdl. Le conclusioni sono state affidate all'On. Vincenzo Taddei. “Come possiamo, dopo 150 anni di storia così pregnati – ha detto Mariani- essere degni di celebrare una Italia unita anche in questi piccoli nostri campanili di Provincia? Lo possiamo fare solo cercando di emulare lo spirito dei nostri grandi eroi. Se tutti in realtà
combattiamo una battaglia per la libertà. Una battaglia che ci deve vedere affrancati dal giogo che ci opprime quotidianamente. L'incontro è un momento ideale per richiamare alla memoria dei cittadini, delle forze politiche e delle istituzioni gli eventi che hanno portato alla nascita del nostro Stato unitario. L'obiettivo è quello di contribuire – riprendendo le parole del Presidente della Repubblica- a rafforzare
la consapevolezza delle responsabilità nazionali che ci accomunano”.
Per Galasso “nel quadro del Risorgimento la Basilicata ha avuto una funzione di primo piano anche se spesso poco ricordata dagli storici. La nostra terra è stata molto sensibile ai valori nazionali. Ha dato alla lotta passione e uomini. Ha dato a tutte le guerre la più alta percentuale di caduti. Da Racioppi, Albini sino a Mario Pagano. Tanti sono gli uomini che hanno fatto la nostra storia. Tra i bellesi è doveroso ricordare Donato Fezzuoglio: un esempio luminoso di eroe. A lui è stata conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare”. Per Matone “la nostra storia è una cultura trasnazionale che ha permesso all'Italia di essere conosciuta nel mondo. Oggi resta un grande Paese grazie ai tanti giovani che hanno perso la vita per la nostra Nazione”.
“Lo studio della Svimet – ha detto l'On Pagliuca- ha certificato come negli ultimi 60 anni la distanza tra nord e sud sia rimasta la stessa. Cosa non ha funzionato? Forse il ruolo dello Stato? Eppure ci sono
stati vari interventi focalizzati al Sud. Occorre vivere il tempo di oggi in un'ottica di uguaglianza reale e di unità anche negli aspetti sociali a partire dalla nostra regione. Dobbiamo rispondere alla sfida
del federalismo con una doverosa responsabilità anche della classe politica locale”. “Il tema del federalismo è centrale nell'azione di governo- ha concluso l'On Taddei- poiché urge una riforma dello Stato. E' auspicabile un rapporto diretto tra i cittadini e la classe dirigente. Con il federalismo cambieranno solo i criteri di utilizzazione delle risorse finanziarie responsabilizzando chi ci
governa. Oggi è impellente eliminare gli sprechi nella gestione della spesa pubblica. E poi c'è il Piano per il Sud: un'attenzione particolareggiata per il Mezzogiorno. Il federalismo non spacca il
paese in due. Anzi, ci porta ad unificare i servizi con efficacia ed efficienza poiché ora non è più possibile l'utilizzo delle risorse in modo dissennato”.
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