Il consigliere dell'Idv sostiene che “la Regione con i Pois sta dando prova di impegno diretto nel sociale sostituendosi alle carenze ed alle inadeguatezze profonde del Governo”
''Dopo l’ennesimo grido d’allarme dell’Anci sul taglio ai fondi per il sociale erogati a Regioni e Comuni per l’anno in corso, che fa seguito a quello di oltre mezzo miliardo di euro operato dalla Finanziaria per il 2009, si pone la necessità di definire un modello lucano di welfare a misura di cittadino, in particolare delle fasce più deboli”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Autilio (Idv), sottolineando che “il percorso individuato dalla Regione attraverso i Pois (Piani di offerta Integrata di Servizi) con un investimento di oltre 82 milioni di euro, rappresenta, in questo senso, un’azione importante per consolidare e incrementare il sistema del welfare in Basilicata”.
“Le difficoltà di tanti Comuni, tra i quali anche la Città di Potenza, di riaprire le mense scolastiche vanno lette in questa situazione complessiva dovuta alla politica governativa dei tagli che ha un impatto pesante sulle politiche sociali dei Comuni, in quanto proprio nella fase in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale, tali risorse vengono ridotte, contribuendo ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie più fragili. Tutto ciò mentre si fa sempre più concreta l’ipotesi che dal 2011 venga azzerato il fondo nazionale per le politiche sociali dei Comuni e, secondo i dati forniti dall’Anci, l’impatto della manovra finanziaria per il 2010 produrrà sui Comuni un taglio medio della spesa del 2,1 per cento, pari a circa 22 euro per cittadino. Ciò significa che, se gli amministratori locali vorranno garantire il precedente livello di servizio, oltre un quarto degli Enti dovrà chiedere ai propri cittadini un contributo addizionale superiore ai 100 euro per abitante”.
“La Regione con i Pois – aggiunge Autilio – sta dando prova di impegno diretto nel sociale sostituendosi alle carenze ed alle inadeguatezze profonde del Governo che vorrebbe scaricare ogni peso sui Comuni. Ma, poichè nessun Ente può sottrarsi a questo impegno, pena l'annullamento del sistema di protezione sociale che deve continuare a consentire ai cittadini più fragili, le famiglie con i figli in condizioni di indigenza economica, i bambini, gli anziani soli non autosufficienti, i disabili, di essere sostenuti nei loro diritti di cittadinanza, c’è bisogno di una programmazione e di un coordinamento degli interventi di welfare sociale quanto più legato alle esigenze del territorio e pertanto di una più efficace regia di raccordo tra i vari Dipartimenti regionali, insieme con una più efficiente cooperazione interistituzionale”.