Per l’esponente di Sinistra Ecologia e Libertà “tutti nel centrosinistra dobbiamo impegnarci per costruire la svolta politica e una nuova stagione, facendo diventare protagonisti i lavoratori, i giovani, le donne”
"Il centrodestra non esiste più. Il voto ieri in Parlamento fotografa la fine di una stagione. Il centrosinistra deve raccogliere la voce che sta fuori dal palazzo, la voce del cambiamento e deve porsi alla testa di questo movimento popolare, opposizione autentica a Berlusconi, perché fatta di uomini e donne in carne ed ossa, e dunque l'unica in grado di sfrattarlo da Palazzo Chigi". E' il commento del presidente del gruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) in Consiglio regionale Giannino Romaniello, per il quale "l'alternativa va costruita mettendo in sintonia la politica con i movimenti di lotta sociale, a difesa del lavoro e dei diritti, l’ampliamento del fronte delle forze che vogliono costruire un futuro migliore per tutti gli italiani. Tutti nel centrosinistra – aggiunge – dobbiamo impegnarci per costruire la svolta politica e una nuova stagione, facendo diventare protagonisti i lavoratori, i giovani, le donne. Il voto di ieri in Parlamento di fatto ha aperto un'altra stagione politica e il centrosinistra – sottolinea – dovrebbe di più e meglio interpretare e dare rappresentanza politica ai bisogni che provengono dal Paese e in particolare dalle fasce sociali più colpite dalle politiche liberiste del Governo”.
“E’ evidente che in presenza di un Governo che quotidianamente è costretto a cercarsi una risicata maggioranza, pur consapevoli che andare al voto con questo sistema elettorale, oggettivamente, si rischia di chiamare gli italiani alle urna senza garantire un’alternativa reale di governabilità – dice Romaniello – l'unico scenario possibile per il Paese è la fine anticipata di questa legislatura. Dunque la candidatura di Nichi Vendola per le primarie del centro-sinistra – continua l'esponente di Sel – proprio perché da mesi sta raccogliendo sempre maggiore consenso rappresenta un'alternativa politica che non può essere liquidata da qualche battuta o ancora peggio da gelosie e particolarismi. Per fortuna, c'è un’Italia migliore. C’è un’Italia migliore sui tetti delle università, nelle fabbriche e nei posti di lavoro, nelle aule delle scuole pubbliche, in coda a un supermercato, in un laboratorio di ricerca, in una piazza piena di persone e di speranze, in case di fortuna, nelle librerie, nel lavoro quotidiano di tante associazioni di volontari. C'è un’Italia migliore fatta di cittadini che hanno preferito la fatica dell’onestà alla politica di palazzo”.