Tisci (pdl): la Fiat rispetti la legge

“Non si tratta di stabilire chi abbia ragione o torto, le ragioni e il torto, quando è in corso una vertenza giudiziaria, la stabilisce il Giudice. I cittadini, uguali davanti alla legge, devono rispettare la legge ed osservare le decisioni del Giudice, sia la parte soccombente la Fiat o sia un semplice operaio”. Lo afferma, in un comunicato stampa, il coordinatore provinciale di Potenza del Pdl, Antonio Tisci.
“Nello scontro in atto fra i lavoratori e la Fiat-Sata di Melfi – aggiunge Tisci – c'è qualcosa in più dei diritti soggettivi dei lavoratori, c'è qualcosa che travalica gli interessi dei singoli, la libertà d'impresa, il diritto al lavoro. Nella vertenza fra Fiat e lavoratori c'è di mezzo la capacità del sistema Italia di essere conformato a Stato di Diritto, di porre al di sopra delle parti, degli interessi soggettivi, dei personali coinvolgimenti, lo Stato come Suprema Sintesi e la Legge come norma regolamentare ed imperativa, uguale e vincolante per tutti. E' la legge a consentire ai lavoratori il proprio diritto al salario ed al lavoro ed è la Legge che consente all'imprenditore il diritto di impresa da svolgersi nei limiti previsti dalla normativa stessa, così come è la legge che consente al privato di avere una proprietà ed allo stesso di difenderla contro ogni turbativa al suo godimento. Ecco perché in merito alla posizione della FIAT in ordine alla sua volontà di non rispettare una decisione della magistratura, non è più in discussione con chi schierarsi, per chi parteggiare. Chi oggi se ne lava le mani, si comporta come quelli che dicevano “nè con lo Stato, né con le BR”, perché in questa vicenda, è in gioco, esattamente come allora la dignità dello Stato, la forza coattiva della norma, la credibilità del sistema Italia e la stessa esistenza della nostra Nazione.
E, allora, la FIAT rispetti la decisione del Giudice e non dia l'idea di essere o di voler essere troppo più potente dei cittadini in nome dei quali si esprime la magistratura, rinunci al braccio di ferro, dia un segno serio della sua volontà di essere Fabbrica Italiana, laddove Italiana non può servire soltanto per consentire l'accesso a finanziamenti pubblici ed agevolazioni, ma laddove Italiana deve essere una condizione culturale. E Italia significa Stato di Diritto. La Fiat ricordi, che potrà tutelare la propria capacità di impresa, potrà difendere i propri utili, proprio perché in questa Nazione esiste una Legge, quella stessa Legge che vuole sfidare, apertamente, dicendo che di una decisione e del Popolo Italiano in nome del quale è stata emessa non ha alcun interesse”.
(bas – 04)

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