Somma (Cl – No Oil) chiede moratoria su centrali a biomasse

“Constatiamo con piacere che il Consiglio Regionale di Basilicata con voto a larghissima maggioranza (e spiace davvero che qualcuno si sia astenuto al riguardo) ha impegnato la Giunta Regionale a tutte le azioni di salvaguardia nei confronti della decisione della analoga giunta di Calabria di autorizzare la rimessa in produzione con conversione a bio-masse della centrale del Mercure”. Lo dichiara in un comunicato Miko Somma, coordinatore regionale di Comunità Lucana – Movimento No Oil.
“Tale impegno che auspichiamo positivo per la risoluzione della questione, ancorché non risolutivo del dato di fatto che detta giunta calabrese ha di fatto autonomamente autorizzato la conversione a bio-masse dell’impianto che, ricordiamo, sorge a pochi metri dal confine lucano, – prosegue Somma – pone però un problema rispetto alle previsioni di potenza elettrica derivante proprio da bio-masse del Piear lucano.
Sarebbe infatti a dir poco ipocrita che nel mentre ci si oppone all’apertura di una centrale contestata dalle popolazioni locali lucane e calabresi inutile nelle previsioni di generazione elettrica rispetto al reale utilizzo locale, sospetta di poter bruciare anche combustibile da rifiuti (Cdr e succedanei), oltre ad una inesistente quantità di legna ecologica (a meno di non acquistare dall’estero o disboscare del tutto il Parco Nazionale a fronte dei MW previsti) ed in ogni caso dannosa ai fini di una sempre maggiore vocazione turistica di cui il parco e le comunità interessate cominciano finalmente a fruire, non si aprisse una seria discussione generale sull’opportunità di prevedere ed approvare nel territorio regionale la installazione di impianti di produzione energetica a bio-masse dalle dimensioni produttive simili, centrale di Aciniello, o seppur inferiori, Tricarico, Ferrandina e via discorrendo in un lungo elenco a cui si aggiungerebbe anche un impianto da 5 MW a Viggiano, dove crediamo si sia già realizzato abbastanza in termini energetici.
Discussione che, al netto di considerazioni sulle quantità realmente disponibili in regione di materiale ligneo, dovrebbe riguardare anche e soprattutto l’ovvietà che se provvedimenti nazionali e regionali autorizzano l’equivalenza di Cdr con la legna ecologica, di fatto sarà proprio il combustibile da rifiuti a divenire il principale carburante per quei forni, rassicurazioni unilaterali delle aziende a parte”.

“Chiediamo pertanto – conclude Somma – che si pratichi subito una moratoria regionale sulle bio-masse atta a miglior definizione di obiettivi e finalità più consone alle dimensioni su cui simili impianti dovrebbero per intrinseca natura essere programmati, tarati ed infine autorizzati con il consenso delle popolazioni”.

BAS 05

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