“I sei mesi di tempo utili per predisporre un disegno di legge regionale devono servire per ridisegnare il sistema idrico lucano, garantendo la natura pubblica dell’acqua e la sua gestione ottimale ed efficiente”
“Entro sei mesi si avrà, o almeno questo è l’auspicio – sostiene Singetta – un disegno di legge regionale finalizzato a ribadire la natura e la gestione pubblica dell’acqua e con l’obiettivo di creare un nuovo modello per il sistema idrico lucano, sempre aderente ai criteri di economicità e di gestione razionale ed efficiente della risorsa. Nel contempo, si deve perseguire il fine ‘democratico’ di assicurare il servizio idrico anche a quelle zone della Basilicata poco densamente popolate, considerando la sua estensione territoriale rapportata al numero degli abitanti, inferiore a 600mila, garanrendo un diritto irrinunciabile e di primaria importanza, con una gestione ottimale che, di sicuro, se affidata a privati, non potrebbe che tradursi nella formula del profitto e del mero interesse economico”.
Il presidente del gruppo regionale di Alleanza per l’Italia ritiene che “l’insediamento del Comitato tecnico interistituzionale, voluto dal presidente De Filippo e composto dai dipartimenti regionali, Autorità di Bacino Idrico, Aato, Acquedotto Lucano, Acqua SpA e Consorzi di Bonifica, sia un momento importante per la riorganizzazione del settore in Basilicata, dove si avverte, da tempo, la necessità di creare un sistema virtuoso di gestione della risorsa idrica, nonché l’esigenza di sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile che consenta di ridurre i costi delle spese di sollevamento idrico”.
“Bisogna, dunque, creare un sistema gestionale più efficiente – continua Singetta – fermo restando il principio della natura e della gestione pubblica, che tale è e tale deve rimanere, affiancando a questo imprescindibile presupposto, nuovi modelli più aderenti alle mutate esigenze dell’utenza, confacenti sia ai criteri di economicità ed efficienza, sia a quelli di territorialità”.
“Il disegno di legge che, a breve, dovrebbe provvedere a regolamentare questa delicata materia – conclude Singetta – dovrà riflettere, in primis, le esigenze dei cittadini, manifestatesi, nei mesi scorsi, in una unanime e coesa protesta contro la paventata trasformazione del bene pubblico acqua in un bene da commercializzare, gestito da utilities. Ci sono, indubbiamente, dei beni che non possono in alcun modo essere affidati alla gestione privata e l’acqua è uno di questi”.