Singetta (Api): basta con la politica stantìa

“La necessità di cambiare l’atteggiamento della Politica nei confronti dei cittadini rappresenta un’esigenza che non si può più eludere”

“Le riflessioni dei tanti che, in questi giorni, stanno commentando il difficile momento che vive la Basilicata, registrano l’assordante silenzio dei consiglieri regionali del centro sinistra (con l’esclusione, naturalmente, di Vincenzo Viti, capace di affascinanti virtuosismi lessicali). Io non so se ciò corrisponda ad una sorta di ‘consegna del silenzio’ (che non è rotta neppure dal segretario regionale del Pd, Roberto Speranza, che pur ritengo in grado di portare un contributo importante al cambiamento da tanti auspicato, che per primo ha cominciato a parlare di spezzare il legame tra consenso e potere, ma che forse subisce troppo gli assetti precostituiti), o dalla difficoltà intrinseca del momento che consiglia una certa prudenza”. E’ la dichiarazione del consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta.

“Non sono più i tempi preconizzati da Friederich Von Hayek (che credeva nell’ordine spontaneo e nella formazione automatica di nuove regole di condotta), oggi è necessario raccogliere l’appello, intervenire decisamente e direttamente per cercare di modificare la situazione. La necessità di cambiare l’atteggiamento della politica nei confronti dei cittadini – aggiunge Singetta – rappresenta un’esigenza che non si può più eludere, e deve coniugarsi ad atti concreti che diano il segno di un’azione amministrativa in grado di interpretare i bisogni e le aspirazioni dei lucani, di fornire risposte concrete ai tanti problemi che assillano la nostra regione. Mi chiedo spesso se il centro-sinistra lucano abbia esplicitato, in questo ormai non più breve inizio di legislatura, quell’anima riformista che pur dovrebbe caratterizzarlo: ed i dubbi mi assalgono…”.

“I recenti dati pubblicati dalla Caritas – precisa il consigliere – esprimono in maniera forte il paradosso lucano: una terra che sta pagando un prezzo altissimo in termini ‘ambientali’ e di salute, e cittadini che sono ancora oggi i più poveri d’Italia. Non ci possono essere sprechi da combattere ed altri su cui soprassedere: la nuova questione morale è diversa da quella che travolse la prima repubblica, perché raramente si traduce anche in violazioni del codice penale, ma ha comportamenti che non possono passare inosservati”.

“La politica, se vuole tornare a governare questi processi e a tentare di recuperare un pò della credibilità perduta – continua Singetta – deve separarsi sempre più dalla gestione, dalle nomine, dalla lottizzazione che invade la sfera pubblica, dalla gestione personale e familiare di incarichi in enti pubblici, società collegate o partecipate. Le risorse disponibili sono sempre di meno: perché non chiedere che le aziende che fanno profitti in Basilicata non paghino ‘qui’ le tasse? Quando sarà rivista la percentuale di royalties corrisposta dalle compagnie petrolifere per adeguarla a quanto le stesse compagnie pagano altrove?”.

“Occorre rivedere le regole che dovrebbero disciplinare la selezione della classe dirigente, l’affidamento degli incarichi professionali, le progressioni di carriera, le commissioni di concorso: insomma, bisogna smantellare i privilegi. Basta con questa politica stantìa – conclude il consigliere – che si nutre con le raccomandazioni, esercita l’arroganza del potere, pratica l’aggressione della mediocrità, si aggrega negli interessi corporativi e consente silenzi conniventi. Bisogna fare presto: non c’è più tempo da perdere”.

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