Pubblichiamo di seguito il testo integrale di una lettera del segretario generale della Cgil Basilicata Antonio Pepe al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sui servizi ferroviari in Basilicata.
Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Lei per chiedere un autorevole intervento in ordine alla sconcertante situazione nella quale versano i servizi ferroviari nella nostra regione. La discriminatoria decisione della società Trenitalia del gruppo FS, che, in maniera assolutamente unilaterale, ha soppresso, dalla data del 12 dicembre 2010 il treno Eurostar Taranto-Potenza-Roma, è solo l'ultimo atto, in ordine di tempo, che ha portato il servizio di trasporto su rotaia a raggiungere standard qualitativi di offerta bassi ed inconciliabili con le esigenze dell'utenza. Questa è la verità che costituisce motivo di abbandono del treno per gli spostamenti e pretesto stesso per il taglio dei servizi.
Sig. Presidente, tale iniziativa è vessatoria per i cittadini residenti a Taranto e nei comuni dell'alto Jonio; per i cittadini di Matera, già privi di una linea ferroviaria; per quelli del potentino e di Potenza, capoluogo di Regione sempre più isolato.
Il Mezzogiorno è lasciato ai margini dal dibattito politico nazionale e oggi, con questa decisione, si taglia fuori un intero territorio dalle possibilità di collegamento con il resto del Paese. Per noi, oggi, Cristo si ferma a Salerno, con i treni che non si spostano al di là della stazione campana, lasciando un'intera popolazione nell'oblio dell'isolamento.
Abbiamo bisogno, invece, di un salto di qualità, che vada al di là dei singoli territori e superi il dualismo nord-sud, che affronti le questioni strutturali, favorendo la realizzazione di un disegno condiviso in grado di incrementare la debolissima rete infrastrutturale materiale, immateriale e sociale di cui disponiamo, spingendo in avanti lo sviluppo e la sua sostenibilità.
Crediamo vi sia un urgente bisogno di una nuova stagione politica, di un pensiero lungo sullo sviluppo del Mezzogiorno, perché da soli i territori non ce la faranno ad affrontare e superare le nuove disuguaglianze sociali, le nuove povertà, la desertificazione industriale.
Sig. Presidente, vorrà condividere con noi che non c’è unità né democrazia sostanziale senza un’idea di Paese in grado di garantire la coesione sociale, i diritti universali, la libertà di tutti. In questo senso la questione della mobilità costituisce una priorità del nostro tempo.
Per questi motivi ci appelliamo a Lei, che è il primo garante dei valori contenuti nella nostra Carta Costituzionale ed emblema dell’unità del Paese, per far si che non si consumi l'ennesima angheria nei confronti di persone che stanno già pagando amaramente gli effetti negativi di politiche di tagli non solo alle spese ordinarie ma anche agli investimenti pubblici e privati. Riteniamo necessaria una nuova visione per far ripartire quella crescita economica che serve all'intero Paese.
Infine crediamo che l’impegno civile politico e morale che ogni giorno tante persone del sud dimostrano, in qualità di cittadini di questo Paese, non possa essere messo fuori gioco da un’azienda pubblica quale le Ferrovie dello Stato.
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