“I dati diffusi dal Ministro Brunetta nell'ambito dell' “operazione trasparenza” per gli incarichi affidati a consulenti e collaboratori esterni attribuiscono alla Regione Basilicata (compresi tutti gli Enti Locali) il primato di incremento di spesa nel giro di un anno, passando dai 10 milioni di euro del 2007 ai 15 milioni 300 mila euro del 2008 (più 52,8%, rispetto all'incremento medio nazionale del 20% e del 28,8% al Sud). E' questa una delle grandi anomalie della politica lucana legata alla gestione del centrosinistra dell'amministrazione regionale”. E' quanto sostiene il sen. Egidio Digilio, coordinatore regionale vicario della Basilicata del Pdl, riferendo che “dal Rapporto del Ministro alla Funzione Pubblica emerge numericamente che gli incarichi conferiti a consulenti e collaboratori esterni nel 2009 sono stati 2.356 contro i 1.909 del 2008 con un incremento, anche in questo caso significativo (più 23,4%)”.
“Del resto – aggiunge Digilio – le cronache degli ultimi giorni ci riferiscono del tentativo (per ora solo sospeso) di prorogare, alla vigilia della campagna elettorale di primavera, 32 convenzioni di personale già impiegato presso la Presidenza della Giunta Regionale, a testimonianza che la politica del favoritismo e delle clientele è un'arma micidiale di ricatti e consensi elettorali”.
Nel sottolineare che “se non fosse per il Ministro Brunetta questi dati non sarebbero mai noti ai lucani, come si rileva ogni anno dalla relazione del Procuratore della Corte dei Conti che continua a chiedere di ricevere in dettaglio i documenti relativi alle consulenze e agli incarichi affidati all'esterno, senza però ottenerli”, il senatore del Pdl annuncia che chiederà al Ministro alla Funzione Pubblica e al Governo di approvare un provvedimento urgente per bloccare ogni atto che prima del voto di marzo riguardi convenzioni e consulenze.
“Si rifletta sul dato di spesa – dice Digilio – perchè con 10,3 milioni di euro l'anno si possono superare tutte le situazioni di precariato presenti nella P.A. In Basilicata ed assumere almeno un migliaio di giovani diplomati e laureati, sottraendoli dal “ricatto” del voto”.