“Il rapporto rilancia una Basilicata in forma, conferma gli sforzi positivi del passato ma evoca anche scenari assurdi in materia di riduzione del personale o di sostituzione degli interventi pubblici”
“I dati positivi emersi nel rapporto Sanità in Basilicata 2009, confermano la validità delle scelte strategiche portate avanti nella scorsa legislatura con lo spirito di governare i fenomeni, attuare il riordino del sistema, contenere la spesa ma, soprattutto, garantire la qualità e la efficienza dei servizi alla persona. Un risultato dunque di rilevanza assoluta di cui non si può non tenerne conto nel mettere in campo le nuove azioni”. A dichiararlo, è stato il presidente del gruppo dei Popolari uniti, Luigi Scaglione, che ha partecipato questa mattina alla presentazione del Rapporto.
“Un quadro positivo – ha rilevato Scaglione – riconosciuto anche dall’attuale assessore alla Sanità, nel richiamare il lavoro del predecessore Antonio Potenza ed il suo sforzo di contemperare i bisogni con i quadri economici. Pur tuttavia – ha precisato Scaglione – le conclusioni rappresentate dalla società rilevatrice dei dati, hanno bisogno di puntuali e corrette disamine. Non si può cioè rilevare o considerare alto il costo del personale in dipendenza dei trasferimenti del Servizio Sanitario Nazionale. Se fosse così semplice ridurlo, basterebbe licenziare diverse unità sul territorio e mandando a casa tanti padri di famiglia immaginare forme di sostegno che graverebbero ancor più sul sistema solidaristico regionale dequalificando i servizi. Semmai – ha aggiunto Scaglione – ci preoccupano le azioni che qualche direttore di azienda mette in campo addirittura annunciando nuove spese e assunzioni in contemporanea ed in barba alla presentazione dei risultati, proprio come ha fatto questa mattina il direttore dell’Asm”.
“Altra valenza va invece data – ha aggiunto Scaglione – ai risultati dai quali emergerebbe la esigenza di aumentare l’assistenza privata specialistica che, a mio avviso, non compete al rapporto suggerire, atteso che c’è sempre in primo piano la esigenza di qualificare i servizi pubblici integrandoli con quelli privati, non sostituirli e far crescere così la spesa regionale e quella delle persone più volte invitata o costretta ad emigrare presso strutture private. L’uomo deve essere sempre al centro delle azioni e degli interessi in materia di servizi sanitari ed in questa direzione la riconversione delle strutture ospedaliere piccole e di territorio ha bisogno di essere sostanziata nei fatti per evitare che si percepisca solo la voglia di tagliare”.