Sanità, Digilio (Fli) su tagli a S,. Carlo e Crob

“Non riesco a capire come sia possibile continuare a garantire servizi di eccellenza al San Carlo e al Crob di Rionero con i pesanti tagli decisi dalla giunta regionale”: è il commento del coordinatore regionale di Fli, sen. Egidio Digilio, per il quale “la scelta operata è fortemente contraddittoria tanto più che si tratta di aziende con conti in regola e pertanto la storiella del trasferimento di risorse finanziarie sui territori non è per nulla convincente. In oltre dodici anni di impegno politico tra i banchi del Consiglio Regionale, di cui non c’è alcuna traccia nel volume dedicato ai 40 anni di vita della Regione, dove invece sono presenti consiglieri-meteore o che comunque hanno brillato per non aver lasciato alcun segno – aggiunge Digilio – ho sempre sostenuto che senza il San Carlo a Potenza, il Crob a Rionero e un ospedale di qualità a Matera non ci sarebbe futuro per la sanità lucana che negli anni settanta-ottanta ha conosciuto i più allarmanti livelli di emigrazione degli utenti in altre strutture sanitarie extraregionali con costi altissimi per i bilanci regionali di quegli anni. Siamo di fronte – continua l’esponente di Fli – a provvedimenti improntati a schizofrenia politica piuttosto che, come vorrebbero far credere ai lucani, a principi di rigore di spesa e di riequilibrio della stessa. E tanto meno è accettabile una giustificazione tutta ragionieristica o se vogliamo da titolare di azienda privata che non tiene conto di aspetti specifici, tra i quali non ultimo quello dell’immagine consolidata in tanti anni di impegno professionale di medici e personale tutto delle due strutture lucane più penalizzate”.
Nell’annunciare alla ripresa dei lavori del Senato un’interrogazione al Ministro alla Salute Fazio, Digilio si dice “convinto che lo stesso Ministro che, in occasione della giornata conclusiva degli Stati Generali della Salute ha avuto parole più che lusinghiere sull’operato degli amministratori della Regione, delle Asl e delle Aziende Ospedaliere, non condividerà la scelta operata e sarà costretto a rimangiarsi il giudizio sulla politica sanitaria regionale. Mi aspetto pertanto che la candidatura della Basilicata fra le regioni considerate modello per la sanità italiana sia ritirata perché non basta non aver accumulato debiti e bilanci in rosso”.
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