Il Comitato di Crisi delle strutture sanitarie lucane formato da Anisap, Federbiologi, Fenasp, Federlab, Sanità Fuitura, in una lettera aperta ai partiti della maggioranza alla Regione, ha chiesto “oltre ad un dialogo vero, anche un tangibile gesto di discontinuità, che possa mettere in agenda la sanità tra le priorità della popolazione lucana”.
“Sulla vicenda dei ticket – è scritto nella lettera a firma del portavoce del Comitato Giuseppe Demarzio – possiamo tutti registrare l’ennesima grave scelta di autoreferenzialità commessa dall’Assessorato. Sulla specialistica ambulatoriale, non avendo rimodulato i ticket in base alla capacità reddituale o economica dei cittadini, la conseguenza è stata (e già si sente sulla pelle dei più deboli) che le categorie stipendiate e salariate pagano tanto quanto pagherebbe il presidente di Confindustria, qualcuno ci spieghi come si può parlare di equità”.
Il comitato spiega di “aver operato una ricognizione per verificare se altre Regioni avessero prodotto simili misure sul ticket aggiuntivo di 10 euro imposto dal Governo nazionale” e verificato che “la Basilicata, purtroppo, risulta essere l’unica Regione che non ha parametrato ad alcun indicatore economico della persona la rimodulazione del ticket aggiuntivo sulla specialistica ambulatoriale. Dall’analisi si evince anche un altro triste primato, e cioè che la Regione Basilicata risulta essere, nel gruppo preso in esame, la Regione che ha toccato l’importo più alto di ticket sulla specialistica (escludendo risonanza e tac) pari a 30 euro aggiuntive. La Basilicata è anche l’unica nel gruppo che non ha operato una differenziazione tra risonanza magnetica/TAC e le altre prestazioni di specialistica ambulatoriale”.
Il comitato, infine, sosotiene che “ci stiamo preparando ad una battaglia senza quartiere poiché siamo convinti della giustezza della nostra causa”.
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