Presentata una interrogazione al presidente De Filippo per conoscere i motivi del ritardo in merito alla mancata assunzione
“Un concorso bandito nel 2006 – ricorda Rosa – concluso con la deliberazione di assunzione per 5 tecnici di categoria D che tuttora attendono di veder riconosciuto il loro diritto ad essere assunti. L’ennesima storia di ordinaria mala burocrazia tutta lucana, targata Azienda sanitaria di Potenza. Questo – continua Rosa – all’indomani degli Stati Generali della Salute. E’ lecito chiedersi se non debba essere ‘curato’ l’apparato amministrativo dell’Asp, così lento e distratto, tanto da dimenticarsi di aver bandito un concorso pubblico per la copertura di posti per 5 tecnici, categoria D, e dopo aver previsto la loro assunzione con delibera n.1275 del 31 dicembre 2009”.
“Ancora oggi non si è provveduto a integrare gli assunti nella struttura aziendale.- continua Rosa – eppure ci si lamenta dell’organico ridotto, si sono banditi in questi anni anche ‘concorsi particolari’ per figure alquanto specifiche. Considero – dichiara il consigliere del Pdl – questo comportamento della dirigenza dell’Azienda sanitaria locale di Potenza lesivo del diritto pubblico e nocivo alla stessa organizzazione dell’azienda; un atteggiamento ormai consolidato in Basilicata e, purtroppo, tollerato e spesso coperto, quando a pagarne le conseguenze sono semplici cittadini non appartenenti a nessuna consorteria. Oggi ho presentato – comunica Rosa – un’interrogazione a risposta scritta, con la quale, innanzitutto, chiedo l’immediata applicazione della delibera di assunzione per questi 5 vincitori di concorso pubblico, chiedendo, altresì, al presidente De Filippo di procedere ad una seria e immediata verifica per capire i motivi di questo grave ritardo che inficia i diritti acquisiti di alcuni cittadini meritevoli di ricoprire quel ruolo nella pubblica amministrazione”.
“Credo – conclude Rosa – che assistendo a tali accadimenti, si debba fare un’approfondita riflessione sull’efficienza e la produttività di qualche dirigenza, specie se opera in un settore delicato e primario per la vita come la sanità pubblica, dove nulla può essere banalizzato e lasciato al capriccio di qualche burocrate”.