Comprendere la situazione lavorativa delle donne, come conciliano lavoro e famiglia e come vedono l’ambiente di lavoro. Questi gli obiettivi che la Fiba Cisl Basilicata si propone con un'indagine conoscitiva che scandaglia il mondo del lavoro al femminile, con una particolare attenzione al settore bancario, dove la presenza delle donne è in forte crescita, ma dove resistono diffuse sacche di maschilismo. Lo studio è basato sulla somministrazione (già completata) di un questionario, rigorosamente anonimo, che mette a fuoco le numerose variabili che entrano in gioco nel rapporto tra donna, ambiente lavorativo e famiglia. I risultati saranno poi presentati nel corso di un convegno che si terrà con ogni probabilità nel mese di gennaio.
La prima parte dell’indagine ha lo scopo di segmentare il campione in base allo stato civile, al numero di figli e al titolo di studio e verificare quindi se ci sono esigenze, bisogni o comportamenti collegati a tali caratteristiche. La seconda parte è rivolta alla donna che guarda se stessa. Responsabilità lavorative, obiettivi di carriera, educazione dei figli, rapporto con il partner: sono elementi che possono rappresentare una sorgente di stress e far vivere in modo ansioso i propri compiti. Questa parte dell’indagine vuole analizzare il supporto che la lavoratrice ritiene utile per conciliare i ruoli di lavoratrice, moglie e mamma. L’ultima parte, invece, intende far emergere come la donna ritiene di essere vista nel mondo lavorativo, cioè dai colleghi e soprattutto dai capi.
“L’idea che ci ha indotto a realizzare questa indagine – spiega il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia – è la consapevolezza che le difficoltà che incontra una madre lavoratrice in Basilicata non risiedono nella mancanza di tutela legislativa, bensì nella mancanza di servizi di supporto e in un’organizzazione del lavoro che è ancora al maschile e non tiene conto delle specificità delle donne. Come scriveva Virginia Woolf sarebbe un peccato se le donne scrivessero come gli uomini o vivessero come gli uomini o assumessero l’aspetto di uomini. Il punto è proprio questo: gli uomini e le donne sono diversi nei comportamenti, nelle esigenze e nell’approccio al lavoro. Non è opportuno che le donne si conformino allo stile degli uomini – conclude Macchia – ma è necessario che le organizzazioni aziendali si pongano il problema dei diversi bisogni e aspettative delle lavoratrici e si preoccupino di come soddisfare ed esaltare la diversità”.
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