“Finalmente ripristinate le condizioni per la piena tutela dei diritti e, soprattutto, la dignità dei lavoratori”
“La sentenza del giudice del lavoro di Melfi, con l’affermazione dei diritti fondamentali dei lavoratori, di fatto, riconosce la legittimità della posizione assunta dalla Fiom contro il licenziamento dei tre operai dello stabilimento Sata di Melfi e la validità di quella dei gruppi consiliari alla Regione con la sollecitazione alla direzione della Fiat del ritiro del provvedimento”. E’ il commento del capogruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) in Consiglio regionale, Giannino Romaniello.
“Sono finalmente ripristinate – sottolinea Romaniello – le condizioni per la piena tutela dei diritti e, soprattutto, la dignità dei lavoratori, calpestati dall’atteggiamento della Fiat. Auspico che la Fiat rispetti la sentenza della magistratura e non crei ulteriori occasioni di tensioni sociali. Il passo successivo – continua – è quello di ristabilire corrette relazioni industriali nello stabilimento di Melfi a partire dal riconoscimento di pari dignità tra le organizzazioni sindacali e, quindi, mettendo fine ad un incomprensibile atteggiamento di sospetto nei confronti della Fiom, il sindacato che si è battuto, dal primo momento, per il rispetto dei diritti degli operai. Inoltre, sono certo che il presidente De Filippo assumerà un’iniziativa per il rilancio del confronto con la Fiat, avendo compreso che non si trattava di schierarsi dalla parte dei lavoratori quanto, piuttosto, di prendere atto che la maggioranza dei lavoratori e tutti i gruppi consiliari hanno ritenuto ingiustificato il provvedimento della Fiat”.
Romaniello, infine, sostiene che “la sentenza, chiamando tutte le organizzazioni sindacali a non cadere nella trappola della contrapposizione tra lavoro e diritti, favorirà ogni tentativo di ricompattare il fronte unitario istituzioni – sindacati – lavoratori per respingere il disegno strategico della Fiat che punta a colpire la Fiom e, con essa, i lavoratori fuori dal coro e ad avere mano libera, per gli investimenti più vantaggiosi, sotto tutti gli aspetti, in Serbia. Non si può continuare a permettere – conclude il consigliere di Sel – che il dramma della disoccupazione, gli effetti della crisi economica, le scene ricorrenti di intimidazione e di rappresaglia sui luoghi di lavoro nel nostro Paese siano e rimangano notizie di cronaca: la politica, le istituzioni devono riprendere in mano con forza questo tema”.