Rapporto Svimez, Autilio: subito il piano per il lavoro

Per il consigliere regionale dell’Idv “nei nuovi investimenti è necessario promuovere e sostenere i progetti rivolti all’occupazione dei nostri giovani laureati, diplomati e con qualifiche professionali”

“Il dato del Rapporto Svimez sulla disoccupazione, in particolare giovanile, che al Sud coinvolge due laureati – diplomati (o comunque con qualifica professionale) su tre, con il giudizio di ‘spreco inaccettabile di talenti’, pesa come un macigno sulla politica e in affiancamento alle misure previste dal Patto di Sistema, che ha visto ieri significativamente insediare la Cabina di Regia per dare rapida attuazione ai programmi del Patto, richiede l’approvazione del Piano Triennale del Lavoro”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Antonio Autilio (Idv) sottolineando che “disponiamo già di una buona base, il documento già licenziato dalla Giunta regionale e che, purtroppo, non è stato approvato in Consiglio regionale, sul finire della scorsa legislatura. Da esso si può ripartire, attraverso un aggiornamento che comunque non richiederebbe molto tempo, perché è un importante strumento che risponde agli obiettivi di definire e coordinare le azioni di politica attiva del lavoro, in materia di servizi all’impiego, favorendone l’integrazione e il collegamento con i piani della formazione, istruzione ed orientamento professionale”.

“La strategia, che ritrovo nel Patto di Sistema, il quale senza il Piano pluriennale del lavoro risulta incompleto – precisa Autilio – riguarda le modalità, le indicazioni e le azioni da mettere in campo per combattere la crisi attraverso il rafforzamento di misure di inclusione sociale e l’immediata attivazione di misure finalizzate a mantenere i livelli occupazionali esistenti e ridurre l’impatto dei processi di espulsione dal mercato del lavoro; per sostenere lo sviluppo e la competitività del sistema socio-economico regionale, attraverso azioni dirette all’incremento dell’occupazione, alle pari opportunità, all’autoimpiego ed all’autoimprenditorialità, allo sviluppo di aree e filiere produttive, alla creazione di nuovi posti di lavoro ed alla loro qualificazione e stabilizzazione; per qualificare e rafforzare il sistema regionale dell’offerta di istruzione e formazione; per strutturare e qualificare la governance delle politiche del lavoro e ella formazione, favorendo l’integrazione tra gli attori coinvolti”.

“C’è un’esigenza prioritaria da affermare – continua il consigliere di Idv – se vogliamo stoppare la tendenza allo spreco dei giovani talenti: nei nuovi investimenti di attività produttive e di localizzazioni di stabilimenti che i programmi regionali finanzieranno a breve e medio termine è necessario promuovere e sostenere i progetti rivolti all’occupazione delle competenze specialistiche e professionali acquisite dai nostri giovani laureati, diplomati e con qualifiche professionali. Sarebbe un paradosso, di cui non mancano, purtroppo, segnali, trovarci di fronte ad attività con nuovi posti di lavoro che non tengano conto dei titoli di studio e delle professionalità acquisite dai giovani disoccupati lucani. Esistono, in particolare, tre segmenti di forza lavoro che risultano da noi, al 2010, più marcatamente penalizzati di cui tenere conto: i giovani, il cui tasso di occupazione nella classe d’età 25 -34 anni è del 55,8 per cento, contro una media nazionale del 70,1; le donne, il cui tasso di occupazione nella classe 15-64 anni è del 34,9 per cento contro una media nazionale del 47,2; la forza lavoro più qualificata (il tasso di disoccupazione della popolazione ‘più istruita’ è del’8,8 per cento contro una media nazionale del 4,6)”.

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