Conferenza stampa del Pdl per illustrare la proposta di legge su “Riconoscimento della funzione sociale ed economica del lavoro casalingo”, il cui primo firmatario è il consigliere Mario Venezia
Presenti alla conferenza stampa, i consiglieri regionali Nicola Pagliuca, Mario Venezia, Gianni Rosa e Mariano Pici e le rappresentanti in seno alla Commissione regionale per le pari opportunità, Giuditta Lamorte, Ivana Enrica Pipponzi e Maria Anna D’Altorio. Ha partecipato all’iniziativa, Fabio Di Sabato che ha collaborato alla stesura della proposta di legge.
Il presidente del gruppo, Nicola Pagliuca, ha sottolineato “l’importanza di superare il concetto di assistenzialismo, vedi programma di Cittadinanza solidale, rivedendo l’intero sistema di aiuto alla famiglia e rileggendo l’attuale impostazione che va al di là del giusto riconoscimento del valore del lavoro delle donne”. Per Pagliuca “diviene fondamentale evitare ogni forma di ghettizzazione e lo dimostra l’articolo 5, comma 2, della pdl che prevede la possibilità di iscrizione al Registro regionale delle casalinghe anche per gli uomini in età lavorativa che ne abbiano i requisiti. Una legge – ha concluso – in perfetta sintonia con le attuali capacità di spesa della Regione Basilicata, che contiene i costi, ma muta le modalità di intervento”. Il consigliere Rosa, dal canto suo, ha ribadito“ l’improcrastinabile ruolo della famiglia nell’ambito sociale e civile” ed ha parlato di “ennesima sfida al centro sinistra di governo sul piano della capacità di iniziativa programmatica”. Giuditta Lamorte, nell’evidenziare “la bontà di una proposta di legge che tiene nel debito conto la giusta dimensione della crescita dei figli in una ottica di responsabilità condivise e di feed back con l’istituzione” ha fatto esplicito riferimento “non al welfare per le donne, bensì alle donne per il welfare”.
“La proposta di legge composta da 7 articoli – ha spiegato Venezia – vuole colmare un vuoto legislativo che vede fortemente penalizzata un'ampia fascia di donne che per scelta o per necessità, svolge all'interno delle mura domestiche, con sapiente pazienza e gestione del menage familiare, un lavoro, quello della casalinga, da sempre riconosciuto come il più importante ed il più prezioso per la famiglia, intesa come nucleo costitutivo della società. Il lavoro e la famiglia, due capisaldi della Repubblica ben chiariti negli articoli della Costituzione, a partire dall'articolo 1, quello che inquadra e definisce la nostra Repubblica: democratica e fondata sul lavoro. Il lavoro, quindi, come fondamento della Nazione e la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio di cui si riconoscono i diritti. Tanto sono importanti la famiglia ed il lavoro per la Repubblica che si sottolinea la volontà di agevolare, con misure economiche, la formazione della famiglia, proteggere la maternità, l'infanzia e la gioventù, si tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, si riconosce al lavoratore il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, si riconoscono alla donna lavoratrice i medesimi diritti spettanti all'uomo lavoratore”.
“Fino ad ora, però – ha puntualizzato Venezia – sono state penalizzate le tante donne casalinghe e madri che, purtroppo, non vedono, a 150 anni dall'Unità d'Italia e a 64 anni dalla fondazione della Repubblica, riconosciuto, appieno, il ruolo che svolgono nella e per la famiglia. Il Parlamento – ha aggiunto – ha legiferato due volte, però solo in materia di pensioni, a favore delle casalinghe, nel 1952 istituendo, presso l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, il ‘Fondo per le pensioni facoltative’ e, nel 1963, con la legge n.389 del 5 marzo, circa la ‘Mutualità pensioni a favore delle casalinghe’. Entrambe le leggi, tuttavia, non hanno risolto il problema previdenziale, tant’è che, solo nel 1969, le casalinghe meno abbienti hanno ottenuto il riconoscimento del diritto alla pensione sociale. La presente proposta di legge vuole essere un primo passo per il superamento dei limiti mostrati dal legislatore, riconoscendo, a pieno titolo, il lavoro casalingo delle donne lucane mediante l'istituzione di un Registro regionale specifico e prevedendo un ‘emolumento’, seppur di modesta entità per la limitata disponibilità finanziaria derivante dall'impiego esclusivo di fondi regionali, ma certamente significativo, per quelle donne e madri, tante, che, oltre al già menzionato duro lavoro casalingo, vivono in condizione di povertà. La pdl – ha aggiunto Venezia – consente l'iscrizione al Registro a tutte le donne madri, in età lavorativa, disoccupate o inoccupate che svolgono, esclusivamente, lavoro casalingo e che vivono in nuclei familiari con reddito complessivo annuo non superiore ad 11.000 euro, nella zona cioè della ‘no tax area’. Il tetto di accesso, oltre all'entità degli emolumenti, è reso variabile dal numero, dall'età e/o dalla presenza nel nucleo familiare di figli con invalidità civile. La pdl, inoltre, prevede una trattenuta del 20 per cento sul lordo degli emolumenti che sarà versata, dalla Regione Basilicata, in un fondo pensionistico apposito istituito presso l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ed a favore delle casalinghe lucane”.
“L’obiettivo – ha specificato Venezia – è quello del riconoscimento della funzione sociale ed economica del lavoro casalingo, attribuendo valore a quello che è il concetto codicistico e costituzionale dell’istruire, mantenere ed educare i figli. Tale concetto rappresenta, non solo l’adempimento di un dovere legislativo dei genitori, ma anche l’adempimento di un dovere morale che porta al superamento del vuoto educativo in cui la società moderna è, inevitabilmente, caduta. La legge rappresenta un atto di lungimiranza e di civiltà che renderà, sicuramente, protagonista la Regione Basilicata in tutto il contesto nazionale e renderà giustizia a migliaia di donne. Alla legge – ha esplicitato il consigliere – sono allegate tre tabelle a titolo esemplificativo. Nelle prima: ‘Limite di reddito del nucleo familiare’, si evidenzia la variabilità del tetto reddituale massimo per nucleo familiare per accedere ai benefici previsti a seconda del numero dei figli, componenti il nucleo familiare, e/o dei figli con età inferiore ai tre anni e/o con grado di invalidità civile riconosciuta pari o superiore al 35 per cento; nella seconda, invece, ‘Sussidio mensile al netto della ritenuta Inps’, si declinano le variazioni del sussidio a beneficio delle casalinghe in rapporto al numero dei figli del nucleo familiare e/o con età inferiore ai tre anni e/o con invalidità civile; nella terza si riporta, in relazione al beneficio spettante alla casalinga, il maggiore carico Irpef per il capofamiglia. Per finanziare la proposta di legge – ha concluso Venezia – viene istituita nel bilancio della Regione Basilicata la nuova Unità previsionale di base ‘Fondo Per il riconoscimento della funzione sociale ed economica del Lavoro Casalingo’ di complessivi 20 milioni di euro”.