Il capogruppo del Pd intervenendo in merito al dibattito sugli effetti della manovra recentemente approvata si augura che “le baruffe domestiche finora esplose trovino una effettiva composizione prima che si inneschino effetti devastanti”
“Solo Flaiano, ripercorrendo le gesta del ‘Marziano a Roma’, avrebbe saputo raccontare, con efficace ironia, quel che accade da noi, pur se non mancano esegeti, spiriti liberi e libertini capaci dell’impresa”. Lo sostiene il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vincenzo Viti affermando che “in una condizione di obbligata severità finanziaria, peraltro convalidata dalla difficile manovra recentemente approvata, il Presidente lucano ‘governa’ i cocci e temerariamente enumera gli strumenti di una possibile rianimazione dell’economia regionale (fondi Fas: con le obbligate integrazioni che si attendono a ottobre; Memorandum: negoziato con Governo nazionale e Compagnie, che qualche effetto sta producendo, che occorrerà valutare alla fine e al quale in ogni caso andrà subordinata ogni ulteriore autorizzazione estrattiva; patto con sindacati e forze produttive che dispone di risorse e va convalidato con aggiornate strategie; riforme della governance regionale in corso d’opera)”.
“Ebbene – si domanda Viti – cosa vi aspettereste in una regione che vive una così ricca animazione dialettica rischiarata da messaggi pirandelliani, se non che una agenda già scritta e dal centrosinistra condivisa venga non solo contestata con toni e presunzioni ‘obamiane’ ma che per essa si chiedano addirittura l’abrogazione e la riscrittura al fine di soccorrere, con spirito scoutistico le miserevoli competenze del Presidente della Regione?”. “Chi, come chi scrive – prosegue ancora il capogruppo del Pd – non dispone di particolare acume nelle faccende dell’alta politica, quella che segue il corso delle stelle e che perciò vive con sofferenza una stagione di così patente mediocrità e che per ufficio deve praticare il realismo della mediazione, inteso volgarmente per ‘pompieraggio’, cioè del ‘troncare, sopire’ (arti non facili che pretendono esercizio di pazienza e talvolta di intelligenza), non potrebbe non augurarsi che le baruffe domestiche finora esplose nel campo di Agramante e così pedissequamente raccontate, trovino, se non sono una patologia, una effettiva composizione prima che si inneschino effetti devastanti. Un auspicio che credo nessuno voglia non dico condividere, ma immaginare”.