Vita: associazioni imprese richiedono risposte da politica

Il consigliere del Psi: “le forze sociali ci sollecitano non solo misure e provvedimenti per reggere la crisi, ma programmazione di spesa regionale specie per non correre il rischio di disimpegno automatico dei fondi comunitari”

“Il documento delle associazioni imprenditoriali lucane è l’ulteriore testimonianza che viviamo
una situazione di drammatico squilibrio tra domanda e risposta politica. La prima esplode senza filtri e da ogni segmento della società, la seconda è sempre insufficiente e, spesso, parziale”. E’ il commento del capogruppo del Psi in Consiglio regionale, Rocco Vita, sottolineando “il positivo contributo che proviene dall’imprenditoria di tutti i settori, dalla cooperazione, all’agricoltura, all’artigianato, al commercio e servizi, alla piccola e media industria, per sostenere un piano di rilancio socio economico della nostra regione a seguito di una crisi che sempre più ha perso i caratteri della transitorietà”.

“E credo che proprio la forte sollecitazione del mondo delle imprese a nuovi assetti, nuovi equilibri e nuove esigenze, che impongono nuove strategie e nuovi strumenti, debba diventare – dice Vita – strumento di riflessione per il percorso intrapreso dalla maggioranza di centrosinistra con l’obiettivo di determinare quelle condizioni di sviluppo ed occupazione che le nostre comunità si attendono. La crisi italiana è parte di un fenomeno internazionale ma a renderla drammatica è il contesto specifico in cui si manifesta. Esso riguarda, in primo luogo, il rapporto con il mondo esterno: mercati, istituzioni finanziarie, Europa. Questa condizione alimenta la nostra fragilità finanziaria mentre rende sempre più cogenti e dure le richieste di misure per farvi fronte e che non appaiono in condizione di essere soddisfatte. Ciò crea ulteriore sfiducia, taglio delle aspettative e sempre maggiore fragilità, in un circolo vizioso inarrestabile. E' in questo quadro che i partiti nazionali e regionali hanno il dovere morale di rivendicare il loro ruolo insostituibile – fare sintesi e offrire risposte praticabili – tanto più oggi che il ciclo demagogico – populistico volge al termine, la missione berlusconiana è giunta al tramonto, e si intravedono tentativi, da sostenere, di rinnovamento della democrazia e della partecipazione. Le forze sociali, infatti, ci sollecitano non solo misure e provvedimenti per reggere la crisi, ma programmazione di spesa regionale, specie per non correre il rischio di disimpegno automatico dei fondi comunitari, riduzione di sprechi, superamento dello “spreco dei cervelli”, progetti di green economy, riforma della governance locale. Queste proposte si collocano, tutte, sotto il segno di una globale necessaria discontinuità che – conclude Vita – nel caso della concertazione sociale non può fermarsi solo agli aspetti formali che il Patto di Sistema firmato dal Presidente, sindacati e Confindustria ha già evidenziato”.

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