Il presidente della Regione, nel presentare la due giorni lucana di sua Santità Tenzin Gyatso, mostra il filo conduttore che ha portato dalla rivolta di Scanzano alla Città della Pace a Terzo Cavone e Sant’Arcangelo
“Nel 2003 la Basilicata, con il contributo delle Regioni vicine, si rese protagonista di una pacifica battaglia civile di resistenza contro il deposito di scorie nucleari a Scanzano Jonico. Quella battaglia non fu fatta nel nome della presunta “proprietà” di un territorio, ma per salvaguardare da una contaminazione millenaria aree che, a noi più prossime, sappiamo essere patrimonio dell’umanità. Una visione che abbiamo ribadito con la scelta di partire da quella esperienza per dar vita alla Città della pace a Terzo Cavone e Sant’Arcangelo, che accolga rifugiati provenienti da tutto il mondo, e che, come testimonia la presenza di Sua Santità il Dalai Lama, è un progetto realizzato in terra di Basilicata ma non solo lucano”.
Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, presentando la due giorni del 24 e 25 giugno prossimi.
“In questo il concetto di Pace – ha spiegato De Filippo – mostra molte affinità con quello proposto dal Dalai Lama nel prospettare un sistema in cui tutti gli esseri viventi possano esistere in armonia e dove l'ambiente possa prosperare. Gli abitanti di questa regione italiana, piccola per numero di residenti, ma grande per dimensioni – ha concluso De Filippo – sanno di dover offrire il proprio territorio e la propria ospitalità per contribuire a una causa di rilevanza mondiale, quale quella perseguita dalla Città della Pace, e sanno anche di avere il dovere di preservare questo angolo di mondo da scempi irreversibili”.
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