Le diverse proposte emerse dalle relazioni hanno avuto quale denominatore comune la necessità di cambiare le istituzioni scolastiche per renderle più moderne, aperte al territorio, multiculturali, digitali
Cinque esperti nazionali si sono confrontati questa mattina, nell’ambito dell’iniziativa “I visionari della scuola”, in corso al Teatro Stabile, per illustrare i risultati dei tavoli di lavoro che si sono svolti ieri a Palazzo Loffredo e nella Galleria Civica.
Le diverse proposte emerse dalle relazioni hanno avuto quale denominatore comune la necessità di cambiare la scuola per renderla più moderna, aperta al territorio, multiculturale, digitale.
Per Marianella Sclavi è necessario “Educare al mondo che cambia”, puntando su uno scardinamento della burocrazia e sul cambiamento, da parte dei protagonisti della scuola, di raccontare e raccontarsi, parlare di mondi possibili e mostrare la pluralità di scelte che si possono compiere.
Nel suo intervento “Studiare meglio, studiare tutti”, Marco Rossi Doria ha lanciato la proposta di fare della Basilicata un laboratorio di buone pratiche, da replicare a livello nazionale, per creare delle scuole itineranti, promuovere scambi culturali, favorire l’esplorazione del territorio.
Sugli “Orienta-menti” (orientamento scolastico, rapporto scuola-lavoro) si è incentrato l’intervento di Elena Ugolini, secondo la quale i ragazzi devono utilizzare il tempo considerevole che trascorrono tra i banchi, per coltivare il proprio talento. A tale scopo, è prioritario il compito dei docenti, attraverso la costruzione di alleanze con gli stessi studenti e un’adeguata didattica.
Una didattica che non può prescindere dalle nuove tecnologie, come rimarcato da Dianora Bardi nell’intervento “La scuola nell’era digitale”. “Il digitale – ha affermato Bardi – serve a recuperare e promuovere ciò che viene dalla nostra cultura e tradizione. I ragazzi devono diventare protagonisti e le nuove tecnologie essere strumento valido per cambiare la didattica”.
Per migliorare la scuola è importante trasformare anche “Gli spazi dell’educazione”. Secondo Samuele Borri assume particolare valore la progettazione degli ambienti dell’apprendimento avendo quale punto di riferimento la finalità e la destinazione a cui quegli ambienti sono destinati.
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