In una interrogazione il consigliere regionale del Pdl riporta i dati di uno studio norvegese e chiede di rivedere il Piano sanitario regionale potenziando l’attività del Crob
Da un recente studio del centro tumori di Oslo (Norvegia), pubblicato il 30 gennaio 2012, “sembra accertato l'incremento dell'incidenza del carcinoma mammario invasivo a seguito dell'assunzione di terapie ormonali sostitutive e/o dell'esecuzione degli screening mammografici”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia precisando che “dalla lettura della pubblicazione scientifica emergono dati allarmanti che devono indurre l'assessorato alla sanità di Basilicata a fare i dovuti approfondimenti anche perché, nella nostra regione, tante donne sono state sottoposte ad esame mammografico e (in questo caso mancano dati ufficiali) tante utilizzano terapie ormonali sostitutive”.
Secondo gli studiosi norvegesi “sembra che il reclutamento di donne nei programmi di screening – aggiunge ancora Venezia – sia associato a più del raddoppio dell'incidenza dei tumori mammari e che un secondo reclutamento determini un aumento di addirittura il 34%”. Per questo motivo l’esponente del Pdl ha presentato un'interrogazione urgente al presidente della Regione De Filippo ed all'assessore alla Salute Martorano “per sapere se siano a conoscenza dello studio pubblicato, se intendano istituire, finalmente, in Basilicata un registro tumori e per le terapie croniche ormonali e non, se abbiano intenzione di istituire una commissione tecnico scientifica per verificare se gli screening mammografici abbiano inciso sui nuovi casi di carcinoma della mammella nella nostra regione ed infine se non intendano rivedere, completamente, il piano sanitario, che deve porre al centro della sanità lucana la ricerca potenziando il Crob di Rionero”.
“Non è mia intenzione provocare allarmismo – conclude Venezia – ma i dati riportati dagli scienziati norvegesi non devono essere sottaciuti ma utilizzati per prevenire e combattere il tumore della mammella”.