Ascoltata la dirigente generale del dipartimento Ambiente ed Energia, Carmen Santoro su richiesta del consigliere Piero Lacorazza (Pd)
La terza Commissione consiliare presieduta da Vincenzo Robortella (Pd) ha audito, oggi, su richiesta del consigliere Piero Lacorazza (Pd) la dirigente del dipartimento Ambiente ed Energia, Carmen Santoro sulla “Valutazione ambientale strategica (Vas)” relativa al Programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare e dei rifiuti radioattivi.<br /><br />Dopo aver precisato che la richiesta di audizione era stata sollecitata il primo settembre per “poter offrire un contributo prima che la Giunta regionale deliberasse in merito”, Lacorazza ha sottolineato l’opportunità di informare la comunità regionale delle decisioni assunte su una materia tanto delicata.<br /><br />“La Regione Basilicata – ha spiegato la dirigente Santoro – con la delibera n.936 dell’8 settembre scorso, ha prodotto le proprie osservazioni esprimendo la totale contrarietà all’individuazione sull’intero territorio della regione Basilicata di un sito per l’ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive per ragioni ambientali, naturalistiche, economiche e sociali. Con il provvedimento si è espresso, altresì, dissenso ed opposizione al Programma nazionale per la mancata individuazione del deposito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi”.<br /><br />“Il territorio della regione Basilicata – ha precisato Santoro – è ricco di risorse idriche superficiali e sotterranee utili alla valorizzazione dell’agricoltura e allo sviluppo socio economico della Basilicata e della vicina Puglia; ospita presso la Trisaia di Rotondella l’impianto Itrec con la presenza, ancora oggi, di 64 barre di combustibile irraggiato Urano Torio e il più grande giacimento di petrolio sinora sfruttato in terra ferma dell’Europa continentale. Rispetto al giacimento petrolifero – ha altresì affermato la Santoro – è bene ricordare che, come stabilito dal criterio di esclusione della Guida tecnica dell’Ispra, i territori dove vi è lo sfruttamento di risorse del sottosuolo non risultano idonei alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”.<br />