“Sia garantito il diritto allo studio, sempre. È questa la convinzione che anche noi della scuola “Nicola Festa” sposiamo con forza. Proprio per questo, ed in nome dei ragazzi, ci chiediamo che senso abbia questa lotta mediatica tra scuole, quando l’obiettivo è lo stesso. Se avessimo avuto spazi inutilizzati, li avremmo ceduti – come abbiamo fatto in passato. Se non ci fossimo posti il problema dell’igiene durante i pasti, della sicurezza degli alunni, di garantire una didattica laboratoriale e un’adeguata offerta formativa, avremmo rinunciato a parti del nostro Istituto con la serenità di chi sa di non togliere nulla di vitale ai propri alunni. Ma così non è. Non abbiamo il “famoso quarto piano” inutilizzato. E ci chiediamo piuttosto perché si faccia passare questo messaggio distorto”.
E’ quanto si legge in una nota firmata dai docenti dell’I.C. “Minozzi -Festa” di Matera rispetto alla richiesta presentata dal Liceo Pedagogico Stigliani di occupare alcune aule della Nicola Festa.
“Si può curare una persona facendone ammalare un’altra? Certo no. Perciò – continuano – è chi di competenza che deve trovare una soluzione “sana” e salutare per tutti. E le soluzioni possibili ci sarebbero e potrebbero essere accolte. Pensiamo alla possibilità di valutare gli spazi dell’Università, di prendere in affitto provvisoriamente quelli della “Casa Sant’Anna”, di verificare la disponibilità di locali presso la Provincia stessa. Non esiste come soluzione unica la “N. Festa” e, soprattutto, riteniamo che non possa essere una scuola a decidere quali spazi occupare poiché non è lei padrona degli spazi stessi. Se da una parte infatti docenti e dirigenti non sono proprietari dei propri spazi, non è assolutamente pensabile che un altro Istituto si arroghi il diritto, come fossimo al mercato, di scegliere e disporre di spazi che non gli appartengono, rivestendo inoltre in questo modo un ruolo che non gli compete. Ancora una volta devono essere le Istituzioni a proporre, valutare e decidere in autonomia, secondo i criteri di equità e sicurezza e dopo aver sentito le necessità didattiche e pedagogiche di chi gli spazi li usa. Soprattutto dopo aver verificato la destinazione d’uso effettiva e reale degli spazi stessi, così come chiaramente indicato, per la nostra scuola, nell’ultima delibera del Consiglio di Istituto. Ci auguriamo di vedere gli eventi svolgersi nella maniera più corretta e logica. Non è tra scuole la lotta, né serve cercare tra noi capri espiatori. Serve chiedere insieme con forza, e soprattutto nel rispetto reciproco, a chi è realmente responsabile, di risolvere definitivamente questo problema che affligge ormai da troppo tempo le scuole superiori della città. Alla fine siamo tutti dalla stessa parte: quella dei ragazzi”.