Nel III trimestre 2013 lo scenario dell’industria manifatturiera lucana è ancora fortemente recessivo, ma rispetto alle prime due frazioni dell’anno l’intensità della caduta si è notevolmente attenuata. Il volume di attività delle piccole e medie imprese industriali ha registrato infatti una flessione del 4,0%, dopo aver ceduto l’11,4 nel primo e il 6,3% nel secondo trimestre. A livello nazionale, invece, il calo si è fermato all’1,9%, mentre nel Mezzogiorno l’industria continua a scontare perdite piuttosto pesanti (-8,5%).
Lo si rileva nella nota congiunturale di Unioncamere Basilicata, elaborata dal Centro Studi: "Cogliamo questo trend con estrema cautela – sottolinea il presidente di Unioncamere Baslicata, Pasquale Lamorte – anche perché appena l’8% dei nostri imprenditori segnala una ripresa in atto. Prevalgono ampiamente le situazioni di stazionarietà produttiva e preoccupano i bassissimi volumi di attività raggiunti. Se poi guardiamo agli altri indici come quello relativo al mercato del lavoro e all’accesso al credito per imprese e famiglie, ci rendiamo conto di essere ancora nel pieno di un lungo tunnel. Per rivedere un po’ di luce, lo diciamo da tempo, servono interventi straordinari".
Dall’export si registra un nuovo crollo, attenuato dalle frazioni d’anno precedenti: nel III trimestre dell’anno risalta il -21,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Tuttavia, il bilancio dei primi 9 mesi dell’anno risulta in flessione per il -3,4%, molto inferiore a quella registrata nell’intero Mezzogiorno (-9,5%). La nota congiunturale realizza un focus anche sul mercato del lavoro. Nel terzo trimestre l’occupazione complessiva in Basilicata ha fatto registrare un calo del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2011, confermando e rafforzando ulteriormente il trend negativo delle due frazioni precedenti. Il sensibile peggioramento ha alimentato una forte crescita dei fenomeni di scoraggiamento: gli inattivi in età lavorativa sono aumentati, infatti, di oltre 4 mila unità nel III trimestre (+2,4%), la maggior parte dei quali è rappresentata da coloro che non cercano attivamente un lavoro, pur essendo disponibili ad occuparsi. Ciò ha contribuito a far scendere ancora il numero di disoccupati “ufficiali”, diminuito del 5,1%, in contro-tendenza rispetto al resto del Paese, dove gran parte della perdita di posti di lavoro si è “tradotta” in disoccupazione aggiuntiva (alla flessione del 2,3% degli occupati è corrisposto un aumento del 14,6% delle persone in cerca di lavoro).
Il credito, infine: è proseguito, anche nel III trimestre dell’anno, il trend negativo degli impieghi bancari al sistema produttivo, per l’effetto congiunto della crisi economica, che ne riduce la domanda, e della maggiore cautela adottata dagli istituti di credito nel concedere finanziamenti, complice i livelli molto elevati dei crediti inesigibili. Alla fine dello scorso mese di settembre, i prestiti “vivi” (ovvero al netto delle sofferenze) concessi alle imprese lucane sono diminuiti del 7,3% anno su anno, con una accelerazione della caduta di quasi due punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2012.
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