Unioncamere Basilicata: economia in rosso nel primo semestre 2012

«Il percorso di uscita dalla crisi si sta rivelando sempre più impegnativo per l’economia lucana, che in linea con le crescenti difficoltà del contesto nazionale e internazionale continua ad essere a tinte fosche : sono necessarie misure strutturali in grado di agire nel medio-lungo termine e, nell’immediato, di alimentare la domanda». E’ quanto afferma il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli, a commento della nota congiunturale relativa alla prima metà del 2012, che evidenzia come il crollo del mercato interno abbia aggravato ulteriormente la crisi dell’apparato industriale, che può contare soltanto su una discreta tenuta dell’export. Lo stato di sofferenza dei consumi delle famiglie, penalizzati anche dall’accelerazione dell’inflazione, sta inoltre mettendo a dura prova la tenuta del comparto commerciale, mentre il credito alle imprese viaggia ormai stabilmente in territorio negativo. Le dinamiche imprenditoriali, infine, segnalano un ridimensionamento della base produttiva. In questo contesto, il mercato del lavoro paga un conto molto salato: l’occupazione è in caduta libera mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli record.

Si aggravano ulteriormente i segnali negativi dell’industria. La prima metà del 2012 ha fatto registrare un nuovo marcato arretramento dell’attività industriale in Basilicata, analogamente a quanto rilevato nel resto del Paese. -8,8% la produzione nelle Pmi dell’industria manifatturiera, oltre il doppio di quella rilevata – in media – nel 2011 (-4,3%). Ancora più negativo il bilancio nell’intera area meridionale (- 9,4%), mentre a livello nazionale le perdite sono state del 6,0%. Circa il grado di estensione della crisi, la quota di imprese in recessione resta molto alta e investe tutte le classi dimensionali. Le piccole imprese, tuttavia, accusano le riduzioni più consistenti della produzione (-11,2% nelle imprese con meno di 10 dipendenti e -9,7% in quelle comprese tra 10 e 49 dipendenti). La sostanziale tenuta dell’export, invece, ha parzialmente compensato il crollo del mercato interno per le imprese di maggiori dimensioni (oltre 50 dipendenti), dove le perdite sul piano produttivo si sono fermate al 5,4%. Rispetto alla tipologia, le situazioni di maggiore difficoltà si rilevano nell’industria dei metalli e del legno e mobile (oltre il -10%) e nell’industria alimentare (-6,6%), mentre andamenti moderatamente decrescenti hanno caratterizzato l’industria meccanica e del tessile/abbigliamento. Il confronto con i trend settoriali a livello nazionale (tutti di segno negativo) mostra un maggiore arretramento dell’industria lucana nei comparti della metallurgia, della chimica e materie plastiche e dell’alimentare; per contro, segnali di maggiore tenuta si rilevano negli altri comparti, dove le flessioni della produzione sono risultate relativamente più contenute nella regione.
Per tutti gli altri dati e per scaricare il Report integrale, www.bas.camcom.it  

BAS 05

  

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