Per l’esponente del Pdl “regna un’oligarchia politica e burocratica che scientemente privilegia i ‘favoriti’ a scapito della pluralità dei cittadini”.
“Ho presentato tre interrogazioni a De Filippo che, seppur in tre ambiti diversi, presentano una connessione nell’assurdità dell’uso finanziario, nella miopia delle governance e nel favoritismo clientelare”. E’ quanto evidenzia il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia il quale esplicita le sue richieste.
“Partiamo dai ben 22 milioni di euro che il Cipe ha destinato all’Università di Basilicata – sottolinea Venezia -. Saranno ripartiti in una quota di 15 milioni di euro per la realizzazione della casa dello studente in prossimità del campus di Macchia Romana nella zona dell’ex forno Ierace e solo 7 milioni di euro per la realizzazione di un polo servizi, in Via Tansillo, comprensivo di mensa, mediateca, centro di lettura, deposito librario ed altri uffici attinenti l’attività accademica. Senza cadere nel campanilismo, considero che l’Unibas sia un’eccellenza lucana e deve agire nell’interesse di tutti gli studenti senza favorire una sede a discapito dell’altra: il principio è che tutti hanno diritto agli stessi servizi in ogni polo accademico. Purtroppo Matera e i suoi universitari, da qualunque provincia o regione provengano, sono penalizzati: gli studenti universitari e del conservatorio non hanno alcun alloggio pubblico, l’Ardsu da più di un anno sopravvive in stato di emergenza con sette ore di sportello settimanali, a fronte di centinaia di iscritti. Vorrei ricordare all’assessore Mastrosimone che il diritto allo studio, a Matera, non è garantito nella misura prevista dalla Costituzione Italiana nonostante la Città dei Sassi si conferma di anno in anno, nonostante le deficienze infrastrutturali, maggior attrattore rispetto a Potenza. Invece, nell’inezia di Giunta e Assessorato, la realizzazione del campus universitario a Matera richiederà anni, se mai sarà completato. Chiedo al Governatore De Filippo i motivi di un regime di disparità tra i due poli accademici: esistono, forse, universitari di serie A e serie B? Perchè chi è iscritto a Matera non deve avere posti letto?”
“Sempre in connessione logica ma non per argomento specifico – prosegue ancora l’esponente del Pdl – ho chiesto lumi ai ‘manager del turismo’ sul misero finanziamento dato al Forum degli studenti europei di giornalismo (FEJS) organizzato dall’1 al 6 aprile 2011, a Matera. Nel Piano Turistico Regionale del 2008 (pp. 90-93) emerge la vocazione congressuale del materano dotato oltre che del contesto storico-culturale, anche di strutture di buona qualità con eccellenti servizi telematici. Risultato? Il congresso annuale del forum è stato un qualificato evento, a levatura europea, che ha portato in città una media giornaliera di 110 giovani giornalisti europei e partner di alto livello (Barilla, Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana). I promotori dell’evento Fejs-Italia, a fronte di spese sostenute per circa 50 mila euro, hanno ottenuto contributi comunali e provinciali irrisori (circa 500 euro) e dall’Apt circa 5 mila euro. Eppure ci sono centinaia di delibere regionali o esoteriche determine dirigenziali che finanziano miriadi di piccole manifestazioni a carattere spesso paesano. Forse – si domanda Venezia – sono organizzate dagli amici degli amici degli amici? Questa è la politica del turismo in Lucania? Questo è fare promozione per una Città Patrimonio dell’Umanità? Questo è l’aiuto per le giovani eccellenze lucane? Siamo alla demagogia in salsa sinistrata, ancora eredi di un terzomondismo arcaico e fuori moda. Ma pensiamo ai nostri giovani e per questo motivo ho richiesto diversa modulazione degli attuali contributi turistici dell’Apt rivedendo la ripartizione dei fondi per le associazioni dei lucani all’estero (LR 16/2002) che non hanno ricadute economiche sul territorio. Le reputo dannose in tempi di grave crisi, come gli attuali e amorali, soprattutto per i ragazzi lucani sempre più mortificati e delusi. I nostri giovani, usati sempre nei discorsi della ‘Nomenklatura’, sempre tutelati nei loro slogan, e in realtà costretti ad emigrare in cerca di quello che in Basilicata non esiste: il lavoro.
Parlo ovviamente di quelli che non hanno un cognome importante, ma solo ottimo curriculum, di quelli che non hanno amici potenti ma solo capacità e volontà di lavorare; parlo degli esclusi che sono la maggior parte”.
“Una sola domanda – continua Venezia – nella terza interrogazione presentata: chiedo al presidente della Giunta regionale e all’assessore alla Sanità le modalità di reclutamento del personale presso i C.U.P. (Centri unici di prenotazione) delle Aziende sanitarie lucane. Attendo una risposta dopo una serie di interrogazioni presentate e sempre eluse. Ma credo, anzi sono convinto, che il silenzio di Martorano contenga la risposta: favoritismi e conoscenze. Ma la Giunta non avrà mai il coraggio di dire la verità come, sino ad oggi, non ha avuto il coraggio di dire ai lucani che il centro sinistra ha fallito ed ha sinistrato la Basilicata. Presidente De Filippo, per il bene dei lucani, faccia il passo indietro.
A parere del consigliere Venezia “tempi di crisi e venti di tagli agli enti locali, sino a quando il Cavaliere Silvio Berlusconi governava questa nazione, era l’alibi della Giunta regionale lucana per nascondere le carenze programmatiche o mistificare l’assoluta incapacità di usare adeguatamente le risorse della finanza pubblica. In Basilicata sono sempre arrivati fiumi di denaro, da diversi e molteplici canali a partire dall’Unione Europea sino alle royalties del petrolio. Una massa enorme di lire prima ed euro dopo, un vero ‘Eldorado’ che avrebbe dovuto dare un futuro di prosperità e sviluppo ai lucani e rendere questa nostra terra un piccolo eden nel Mezzogiorno. Ma così non è stato, e le responsabilità vanno cercate e si trovano solo nell’incapacità dei governanti di sinistra che hanno impoverito, martoriato e distrutto la Basilicata e le sue popolazioni. Altro che futuro, sembra che nella nostra regione vi sia stata la calata degli Unni che hanno lasciato macerie e rovine in ogni settore della società e dell’economia. Una politica di razzia del bene pubblico a beneficio delle consorterie e delle filiere elettorali. Tutto questo – conclude – perchè regna un’oligarchia politica e burocratica che scientemente privilegia i ‘favoriti’ a scapito della pluralità dei cittadini. I soldi ci sono, ma sono sperperati in mille rivoli inutili oppure in attività che non apportano alcun beneficio nella qualità della vita, nei servizi o nelle attività produttive”.