Nel 2014, le Società, Consorzi, Enti e Fondazioni partecipati dalla Pubblica Amministrazione (Centrale e Locale) in Basilicata sono 22 pari alo 0,3% del totale delle società. Sono i numeri contenuti nel report UIL sulle “società pubbliche” realizzato dai Servizi Politiche Territoriali e Pubblico Impiego, che hanno elaborato i dati dei rapporti della Corte dei Conti, del Ministero dell’Economia, confrontandoli e integrandoli con i dati tratti dai siti internet delle Regioni e Province, con i Comuni capoluogo di provincia.
Per la Uil pur riconoscendo che la Regione Basilicata ha avviato la riforma della governance, come testimonia la più recente istituzione dell’Egrib, è ormai indispensabile e improcrastinabile accelerare questo processo per mettere mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, spesso improduttive e fonte di produzione di deficit, ad iniziare dalle troppe società che non hanno dipendenti, e quindi difficilmente catalogabili come di pubblica utilità. Tuttavia, è oltremodo indispensabile assicurare il mantenimento dell’attuale base occupazionale in generale e, in molte realtà, garantire la salvaguardia della funzione e dell’erogazione di servizi utili ai cittadini. Il numero delle società ed enti partecipati dalle istituzioni locali è cresciuto nel corso degli anni, come il numero di quelle “centrali”.
Questa amplificazione quantitativa delle società – sottolinea la nota della Uil – è stata funzionale ad aggirare l’ostacolo del Patto di Stabilità interno nel gestire servizi più o meno essenziali. Ragione in più per distinguere con oculatezza le società che gestiscono servizi essenziali da quelle utili solo ad acquisire consenso. Occorre, dunque, razionalizzarne il numero e le funzioni, anche riportando nella gestione diretta degli enti locali i molti servizi e le funzioni. Così come è necessario favorire il dimensionamento delle società che gestiscono i servizi a carattere industriale con l’intento di incoraggiare le economie di scala e di ridurre i costi di gestione e i costi delle tariffe ai cittadini. Si calcola che, mettendo finalmente in atto una serie di misure di razionalizzazione, si potrebbero realizzare risparmi complessivi per circa 2 miliardi di euro l’anno. Ovviamente, per la UIL, resta fondamentale garantire il posto di lavoro ai tanti operatori che lavorano in queste realtà anziché pensare a scorciatoie inutili come la collocazione in mobilità per i lavoratori.
La UIL – sottolinea il segretario regionale Carmine Vaccaro – da sempre sostiene che una Amministrazione Pubblica efficiente con i suoi strumenti e le sue potenzialità deve avere un ruolo primario nel percorso di uscita dalla crisi, per consentire uno sviluppo del Paese comparabile con quello degli altri paesi europei. Un ruolo importante quindi che punta proprio alla possibilità di una “riorganizzazione della pubblica amministrazione”: questo è quello che vuole il sindacato, la Uil, ma è anche quello che cerca la cittadinanza. Ci troviamo a combattere una battaglia – continua Vaccaro – rilanciando un patto con i cittadini per lottare, insieme, contro l’inefficienza della burocrazia politica di questo Paese.
BAS 05