L’infarto si cura in rete. È questo il messaggio – si legge in un documento diffuso dalla Uil Fpl e dal Centro Studi Uil – che emerge dallo studio che mette in valore l’esperienza sviluppata dal Servizio Territoriale per l’Emergenza Sanitaria della Regione Basilicata (Italia) nella creazione di tale rete, riconoscendola come allineata e fondata secondo gli orientamenti consolidati nella comunità scientifica. E’ un bel riconoscimento quello contenuto in un interessante articolo sull'international journal of research-granthaalaya, di Antonio Bonacaro Infermiere Lucano, docente al Fatima College of Health Sciences, United Arab Emirates- e di Antonietta Zaccaro Medico presso la Centrale Operativa del 118 della Basilicata.
I due professionisti hanno condotto uno studio che mette in valore l’esperienza sviluppata dal Servizio Territoriale per l’Emergenza Sanitaria della Regione Basilicata (Italia) nella creazione di tale rete, riconoscendola come allineata e fondata secondo gli orientamenti consolidati nella comunità scientifica.
La struttura della rete, i dati epidemiologici e i differenti percorsi impiegati nella gestione delle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del tratto ST sono delineati allo scopo di offrire una panoramica delle pratiche cliniche attualmente in uso.
Lo sviluppo della Rete Cardiologica Regionale ha gettato luce sull’IMA e offerto agli utenti l’opportunità di ricevere un trattamento personalizzato conformato alle loro condizioni cliniche. Ulteriori studi sono raccomandati al fine di comprendere l’impatto di queste pratiche in termini di riduzione della mortalità e delle complicanze.
Quando funziona bene la qualità della programmazione aziendale e quando si costruiscono buoni modelli di integrazione tra figure professionali, è assicurato un buon andamento dei servizi: quelli dell’emergenza in particolare che devono sempre tendere al miglioramento continuo per conseguire buoni esiti. Un obiettivo che non è scontato come testimoniano gli studi sugli ‘esiti dei ricoveri ospedalieri ‘per la Basilicata.
Per la Uil Fpl e il Centro Studi Uil di Basilicata, il punto centrale del sistema “a rete” partendo dal buon successo di quella “cardiologica” è l’esigenza di integrare e/o condividere conoscenze, competenze, percorsi di assistenza. Il trattamento ottimale del paziente con IMA, infatti, non è più di esclusiva competenza di un singolo ospedale o farmaco ma piuttosto di un complesso network per l’emergenza tra territorio e ospedali a diversa complessità assistenziale connessi da un adeguato sistema di trasporto. Rendere utilizzabili “a distanza” le competenze multidisciplinari per la trattazione al più alto livello di cura dei pazienti, entranti in qualsiasi punto della rete, garantendo l’equità di accesso alle cure. Come è noto la tipologia delle ‘reti cliniche’ varia da quelle di tipo orizzontale (p.e. rete cardiologica, rete del tumore colon retto) a quelle di tipo verticale (rete riabilitativa, dell’emergenza.) ed infine a quella dei servizi (rete dei laboratori..).La loro diffusione tuttavia è ancora limitata nell’intero sistema sanitario, seppure gli esempi sono sicuramente incisivi e rappresentano uno stimolo ed una potenziale diffusività che deve essere sostenuta e promossa dai diversi attori del processo di aziendalizzazione. Il censimento Fiaso mostra la punta alta di 40 reti in Liguria e più bassa in Emilia, Toscana, Lombardia, Puglia, Marche e Basilicata non ultima con 12 reti autorizzate ma con poche attuate.
Per il Centro Studi UIL la rete è un potente mezzo di miglioramento del servizio, di rivisitazione dell’organizzazione del lavoro, di ampliamento dello spazio di costruzione del terreno compartecipativo sindacato-azienda, fino a condividere un nuovo impianto del servizio: uno spazio dove tutti concorrono ad elevare le prestazioni anche con momenti finalizzati di aggiornamento e dove le figure del comparto spingono in ‘alto’ per assumere nuovi compiti e responsabilità.
Allora le parole d’ordine echeggiando i temi sollevati dall’autorevole citato articolo scientifico sono ‘Medical Treatment, Emergency Revascularization, Cardiovascular Network’. Insomma un network per il cuore..come per le altre funzioni vitali..facendoci questa volta ‘mettere nella rete’..
bas 02