Tursi, il discorso di Pittella ad insediamento vescovo Orofino

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"Eccellenza reverendissima, carissimo mons. Vincenzo Orofino, a lei che oggi ritorna da padre nella Diocesi – la Sua Diocesi di Tursi-Lagonegro – che l’ha vista partire da figlio, rivolgo il mio personale, deferente saluto, in uno con quello della comunità lucana che mi onoro di rappresentare.  Il raro privilegio che Papa Francesco, nella sua immensa saggezza, le ha voluto accordare, affidandole da Pastore la Chiesa nella quale ella è cresciuto, raccogliendo l’eredità di due suoi illustri predecessori,  mons. Rocco Talucci e  mons. Francescantonio  Nolè, ci rende doppiamente felici".
Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, intervenendo oggi pomeriggio a Tursi, alla cerimonia di insediamento di monsignor Vincenzo Orofino, nuovo vescovo della Diocesi Tursi-Lagonegro.
"Da presidente della Regione – ha proseguito Pittella – oltre che  nei precedenti incarichi istituzionali ricoperti e ancor prima da parrocchiano di questa Diocesi, ho avuto modo di apprezzare le sue grandi doti umane e culturali, insieme con la sobrietà personale, la misericordia cristiana e soprattutto l’impegno in favore degli ultimi,  manifestato quotidianamente attraverso  il coordinamento dell’impagabile opera della Caritas di Basilicata. Sono certo, quindi, che insieme con gli altri vescovi della Conferenza episcopale lucana, ella continuerà ad accompagnarci, come ha fatto in questi anni, con i suoi saggi consigli, frutto di una analisi attenta e lucida della realtà regionale. I suoi scritti, le Sue interviste, soprattutto le Sue puntuali e circostanziate lettere pastorali negli anni che l’hanno vista alla guida della Diocesi di Tricarico, mettono in evidenza da tempo i fenomeni di disgregazione sociale, alimentati in particolare, anche nelle nostre piccole comunità, dalla diffusione e dall’uso della droga, dall’abuso del consumo di alcool, oltre che da fenomeni di criminalità comune come l’usura e il caporalato, soprattutto in agricoltura. Come lei sa, sono temi che non sfuggono alla nostra attenzione. Da tempo, la Regione Basilicata sta collaborando con la Caritas per dare risposte concrete al tema della povertà e della lotta al caporalato, attraverso l’azione posta in campo da una specifica task force regionale. Dopo l’esperienza maturata con il Progetto Copes – ha spiegato Pittella – stiamo per dare attuazione ad uno dei primi esperimenti nazionali sul Reddito minimo di inserimento che coinvolgerà diverse migliaia di famiglie lucane. Vogliamo proseguire lungo la strada della solidarietà e dell’accoglienza, facendo nostro l’appello di Papa Francesco ad aprire le porte  a chi fugge dalle guerre e dalle violenze. La Basilicata vuole essere Regione di accoglienza. Una Regione che ha deciso, come è ben noto, di raddoppiare il numero dei profughi accolti nei nostri piccoli paesi, nell’ambito di una virtuosa intesa tra organi dello Stato e autonomie locali.
Come lei ha avuto modo di sottolineare in più occasioni, non mancano, nel nostro territorio, le risorse necessarie per permettere a tutti di vivere secondo la dignità che è propria di ogni persona umana e di ogni famiglia.
Sono parole che condivido pienamente. Così come apprezzo e faccio mio il suo richiamo  ad avviare una vasta ed urgente opera educativa che indichi diritti, doveri, responsabilità e compiti di ciascuno nel campo del lavoro, contribuendo a formare una mentalità propositiva e imprenditoriale, superando definitivamente la cultura della rassegnazione, della recriminazione e dell’assistenzialismo.
Le sue parole, Eccellenza Reverendissima, sono da sempre, per me, motivo di conforto e di stimolo, tanto più quando assistiamo al tentativo di infangare l’immagine della Regione con argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la sacrosanta battaglia di tutelare l’ambiente e di salvaguardare la salute umana.
So di rivolgermi ad un Buon Pastore che conosce, per dirla col Santo Padre,  l’odore delle sue pecore. Un Buon Pastore che da  Tricarico ieri, da Tursi-Lagonegro oggi, continuerà a indicarci la via del dialogo per aiutare tutti noi ad assumere un atteggiamento positivo di fronte alla complessa realtà che abbiamo di fronte, per pensare, progettare e proporre insieme le linee concrete di uno sviluppo possibile e duraturo che permetta anche alle nostre piccole comunità di guardare al futuro con fondata speranza.
Un dialogo – come Lei ha avuto modo di sottolineare in più occasioni – che favorisca l’unità ideale e la collaborazione fattiva, poiché solo insieme è possibile crescere e favorire il bene di tutti e di ciascuno.
Eccellenza Reverendissima, non mi è sfuggita la testimonianza accorata e un po’ sofferta di tanti fedeli, innescata dalla separazione, dopo dodici anni, dalla Chiesa di Tricarico. Ma quel pizzico di malinconia che è propria di ogni “distacco”, viene oggi mitigata dalla felicità di vederla insediata alla guida della Diocesi di Tursi-Lagonegro, nella consapevolezza che il Suo nuovo ruolo contribuirà a rafforzare il dialogo e la collaborazione tra territori diversi della Basilicata.
Grazie, mons. Orofino, per  l’opera svolta e per quanto ancora farà, dall’alto del Suo Magistero, nei prossimi anni, in Basilicata.
Grazie “don Vincenzo” per il Suo impegno, per l’affetto e soprattutto per le parole di speranza e di incoraggiamento che, ne sono certo, continuerà a non farci mancare, in uno con la preghiera e la Sua benedizione paterna.

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